Strength In Numbers – Calla

Vladimiro Vacca Album, Recensioni 1 commento

E’ notte che si apre nella stanza dei ricordi. E’ vapore che si dilata. Riflessioni oniriche dove l’orgasmo si fa voce, timbro di malinconia per amori troppo forti da avere Defenses Down. Sono sospiri di note che si polverizzano nell’aria di un crepuscolo lento e profondo. “I stand paralized by you, by you… all I said is I’m not easily led and I will praise you” (Stand paralized). Lo slow-core dei Calla è gas che si dipana tra le file della nostra memoria, è brivido benefico: chitarre pulite emergono in mare calmo e improvvisamente impetuoso in cui onde di noise squarciano varchi nelle nostre stanche arterie. Brani come Malo, Malicious Manner, Sylvia ‘s song, Sleep in Splendor, Sanctify sono climax sonore come l’alzarsi del vento dal sud dell’anima. Note morriconiane che provengono da letti sfatti dove amori si sono consumati troppo presto e da là le cavalcate, i ritmi ipnotici del post-rock con venature dark-pop partono e fanno un male pazzesco all’anima che risale il tempo andato. E’ un delitto non aver almeno una volta ascoltato Strength in Numbers: i Calla hanno raggiunto la perfezione del loro viaggio partito dal post-rock strumentale degli esordi e passato per le movenze pop di Collisions, fino a far emergere del tutto la voce sensuale di Aurelio Valle. La musica dei Calla non è attitudine indie senza senso, è sperimentazione noise di melodie. Si può restare solo disarmati davanti a tanta originalità in un periodo in cui è difficile innamorarsi di un disco. Forse uno dei capolavori di questo 2007 per chi esplora e non ama avere strade perdute nel proprio cammino.