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Bausan – Kozminski

Succedono strane cose di questi tempi. I suoni sono sempre più ricercati, sempre più complessi e artificiali. Spesso si cerca un suono puro, un suono “suonato” e non campionato. La ricerca sembra essere diventata la parola d’ordine. Ed è giusto che sia così. La ricerca è ciò che spinge un artista a non fermarsi, a passare gli orizzonti del quotidiano. Ma se dietro quegli orizzonti non ce ne sono di nuovi o se le vie che si percorrono portano sempre dalla stessa parte? Si rischia di creare sonorità “nuove” che in effetti nuove non lo sono per niente.
E’ cio che succede ai Kozminski, un’ottima band milanese in cui le atmosfere retrò si allacciano a sperimentazioni moderne che però non mi hanno impressionato più di tanto. E’ vero che i nostri giovani lombardi di talento ne hanno davvero da vendere e si nota nelle struttura di alcuni loro brani, da alcune ambientazioni decisamente anni ’70 e da una sorta di “aria psichedelica” che permea tutto il loro lavoro.
Eppure c’è qualcosa che stona. Forse i tasti in cui si esterna un disagio che non si è capito bene se sentito o di forma. Non danno l’impressione del diretto, della necessità di scrivere della propria rabbia, del proprio malessere. Sembrano scritti a tavolino Insomma, la forma scritta non mi convince. Del resto io non sono Carducci, quindi la mia resta una semplice impressione personale… ma mi sembra di ascoltare un frullato di battisti e rock inglese. Eppure la musica è davvero interessante.
Ciò che si ascolta in Luce (il cinese) ci riporta indietro a quando non c’erano solo chitarre ma anche pianoforte e passione. Le atmosfere di piano sono davvero interessanti, delicate, la chitarra avvolge e fa ciò che deve fare una chitarra in alcuni pezzi, cioè solo sottolineare, non imporre una linea.

Una colata di ghiaccio incanta per delicatezza sonora e Gas Works è simpaticamente poppeggiante, la batteria si lascia ricordare e il piano è semplice e incisivo.
I Kozminski hanno talento, e questo è indubbio, ma sembra che si siano lasciati intrappolare dalla pericolosa rete di chi vuole cercare-cercare-cercare. Ma cercare cosa? Non riescono a partire. La prima cosa che mi viene in mente ascoltando questo lavoro è: “Sono bravi! Perché cantano queste sciocchezze? Dove diavolo è finita l’anima?”. Sembrerebbe che i Kozminski ne abbiano da vendere, eppure ce la presentano in una confezione a volte troppo arzigogolata, altre volte troppo risicata.
Leggo dal loro MySpace che si sono sciolti. Ora, se avete letto fin qui, potrà sembrarvi che mi fa piacere. Invece è davvero triste. Triste perché, come dicevo prima, i Kozminski sono quattro talentuosi ragazzi che suonano con passione, con (troppo) stile e che hanno solo bisogno di trovare l’essenza della semplicità, del non rifarsi a troppi modelli, ma diventare essi stessi il loro modello. Che siano i Kozminski i modelli dei Kozminski stessi.
Se si sono sciolti davvero, beh…è un peccato. Un vero peccato. Hanno gettato troppo presto la spugna.

Credits

Label: Autoprodotto – 2007

Line-up: Fabri (chitarra) – Fede (voce) – Luca (chitarra) – Marco (batteria).

Tracklist:

  1. Luce (il cinese)
  2. Lo spazio
  3. Modern life is war
  4. Gas works
  5. L’attesa di Teresa
  6. Una colata di ghiaccio

Links: MySpace

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3 commenti

  1. Senza offesa…per nessuno…ma bravo!
    tu sai cosa ne penso di “mollikiane” recensioni…alle volte anche qualke”kritika”come la tua può essre profiqua….
    sai a kosa mi hai fatto pensare? qualke giorno fa ho ascoltato, cioè visto un video,un gruppo purtroppo…non sono riuscita a capire come si kiamano.
    ma mi hanno impressionato dalla loro karica ipnotika, eppure suonavano solo una kitarra una batteria e un organo elettriko…
    sarà che sono stata contagiata dai vecchi dichi del papi ultimamente…ma quella musika li si ke era convincenrte…convinceva per la sua semplicità1
    ricerca…se si cercasse di kolpire ai sensi e non con “stereotipate” forme di musika moderna…ci sarebbe finalmente una grande svolta!

  2. ascoltato un testo…nello space…oh mio DDio!
    e non aggiungo altro…a buon intenditor…

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