Home / Recensioni / Apparat Organ Quartet – Apparat Organ Quartet

Apparat Organ Quartet – Apparat Organ Quartet

Gli Apparat Organ Quartet sono una band islandese nata nel 1999 dalle mente di Jòhann Jòhannsson, musicista compositore, produttore nonché membro-fondatore della Kitchen Motors di Reykjavìk, spazio creativo a metà strada tra una indie-label e un ‘art collective’. La line-up è davvero insolita: quattro organisti e un batterista. Originariamente la band nasce dall’esigenza di creare un ensemble itinerante volto alla riproposizione live di alcuni ‘classici’ minimalisti per organi elettrici, ispirandosi ai lavori di Steve Reich. Ma l’ardua aspettativa svanisce o meglio converge nella più sana composizione di brani propri fino a quando, nel 2002, dopo tre anni di sperimentazioni, ne viene pubblicato il resoconto dal titolo omonimo Apparat Organ Quartet.
AOQ è il risultato di un minuzioso lavoro di raccordi tematici che vedono l’utilizzo di svariate sonorità elettroniche e non, spaziando tra i sottogeneri e citazioni costruiti su un solido comune denominatore: l’impiego sapiente dell’organo, strumento che ha segnato generi e stili con il suo timbro inconfondibile, qui chiamato a svolgere ruolo e compiti nuovi in sostituzione di chitarre e bassi, mostrando un’insolita duttilità interpretativa. A tal proposito gli AOQ sono fautori di una ‘formula’ che non ha precedenti se non nella musica d’avanguardia (Four Organs di Steve Reich, 1970). Oltre al largo uso di organi elettrici il gruppo ricorre ad amplificatori valvolari, hammond, farfisa, vocoder, tastiere a basso costo e macchinari tecnologici disparati recuperati dalle discariche e personalizzati (specie per esigenze live). Il loro sound è dominato da toni analogici e retrò e da sonorità spesso in bilico tra l’easy listening e la citazione colta, inseriti comunque in architetture compositive curate e rigorose che ne garantiscono una fruibilità stratificata.
I referenti e gli accostamenti sono molteplici: Kraftwerk, Terry Reilly, Steve Reich, Glitter Band, alcune suggestioni rimandano anche a soundtrack di vecchi film horror (le spirali ipnotiche dei Goblin), ad un certo garage o prog rock etc. lasciando comunque trasparire, al di là di freddi accostamenti, una cifra stilistica singolare ed autonoma, intrisa di piccole invenzioni, citazioni e di innesti nella cui costruzione si mimetizza un “concept “ maturo e consapevole che talvolta brilla di autenticità e stile personale.

Credits

Label: Skelt/12 Tònar – 2002

Line-up: Hörður Bragason , Jóhann Jóhannsson , Sighvatur Ómar Kristinsson , Ulfur Eldjarn (Organ) – Arnar Geir Ómarsson (Músíkvatur Drums)

Tracklist:

  1. Romantika
  2. The Anguish Of Space-Time
  3. Cruise Control
  4. Ondula Nova
  5. Global Capital
  6. Stereo Rock & Roll
  7. Seremonia
  8. Charlie Tango #2
  9. Sofðu Litla Vél

Links:Sito Ufficiale,MySpace

Ti potrebbe interessare...

Capossela sciusfen-feste-1965

Sciusten Feste n.1965 – Vinicio Capossela

Tra i fiocchi e le luci scintillanti dei tradizionali album natalizi italiani, Vinicio Capossela si …

3 commenti

  1. Notevole scoperta. Benvenuto nelle nostre strade perdute.

  2. Atmosfera densa e interessante.
    Romantika sembra coinvolgere anche ‘i non addetti ai lavori’.

  3. Non è semplice parlare di un gruppo come gli ‘Apparat Organ Quartet’, ma tu ci sei riuscito alla perfezione.

Leave a Reply