Le quattordici tracce di GuruBanana s’incontrano, eleganti e spettinate, al centro di una sala illuminata da luci al neon: indossano giacche vintage, sono in perfetta forma, sono vive, amano esserlo. Si stropicciano gli occhi con le mani e si guardano l’un l’altra, riconoscendosi. Si sorridono. S’annusano. In qualche modo s’assomigliano, come quei buoni amici che finiscono per assomigliarsi dopo tutto il tempo passato a chiacchierare, dopo che certe sere d’inverno li ha resi complici della stessa sete. Eppure ciascuna conserva in fondo alle pupille il proprio sguardo, quel taglio di ciglia che rende unico ogni singolo volto. Si muovono con leggerezza, con spontaneità, con i loro corpi ritmici, le loro andature fluide eppure ossessive, calzando melodie che s’insinuano al tatto e al palato, underground polveroso, elettricità speziata. Fumano sigarette rollate a mano, lasciate a consumarsi fra le corde della chitarra, mentre fuori la notte cresce del proprio buio ed il posto dei sogni, di qualche incubo, di certe domande, è quella tastiera, la striscia di pelle delle percussioni, l’incedere dei polpastrelli su una corda di basso. Cold Water, caustica e seducente, brinda ai binomi, all’ossessione, mentre Like never before sorseggia ambrosia dal proprio calice d’ipnosi. Floor distoglie lo sguardo, battendo con il piede il ritmo martellante della sua storia tutta da rifare. Pepper & Narcotics e Sun Energy si raccontano viaggi che somigliano a fughe mentre Martin le ascolta, annuendo saggia, rock’n’roll. Bucky-Bucky, ribelle e tagliente, acida, rimette il proprio destino ubriaco all’intensità di Loose, romantica e ferita; alla leggerezza folk di G. B. lost his mynd, vivace, dipinta; alla purezza discreta di Shoop, onesta, pop. Neighbour, tenebrosa, distorta, versa rhum in bicchieri di vetro nero mentre Shag, cupa e desolante, lamenta un’offesa, accusa il colpo di pensieri biechi. Wasting Time, a fronte alta e con voce contraffatta, guarda dritto in faccia la nostalgia dei vezzi d’amore e ha negli occhi una scintilla, un riflesso di terribile, temibile follia. Appoggiato alla parete di sinistra, Lou Reed osserva e annuisce; Kevin Ayers, complice, lo imita. Andrea Fusari le ha scritte, le ha liberate: quattordici canzoni essenziali e solide, fumose eppure limpide. Giovanni Ferrario le ha intuite, le ha prosciolte: quattordici anime dense, lineari, fiere della pudica bellezza dei presagi. Ora lasciamo che festeggino, che parlino, perché meritano di essere ascoltate, sbucciate, gustate; perché meritano di compiersi nel gesto di un ascolto che si ripeta, che indugi sui dettagli, che approfitti, golosamente, dei fragranti talenti di cui sono figlie.
Credits
Label: Macaco Records – 2008
Line-up: Andrea Fusari (voice, guitar) – Giovanni Ferrario (backing vocals, instruments, percussion, production) – Nico Meteo (bass 1,3) – Beppe Mondini (drums 1,3) – Antonio Rapaggi (wha guitar 12) – Angelo Fontana (guitar 7,11) – Pierluigi Ballarin (backing vocals, keyboards 11) – Isabella Mondini (11); All songs Andrea Fusari (except 2, 7, 8 , 14: Andrea Fusari/Giovanni Ferrario)
Tracklist:
- Cold Water
- Like Never Before
- Floor
- Pepper & Narcotics
- Sun Energy
- Martin
- Bucky-Bucky
- Loose
- G. B. Lost His Mind
- Shoop
- Neighbour
- Shag
- Cold Water (Reprise)
- Wasting Time
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