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La lanterne magique: Grimoon @ Sur le sofà (VA) 10/01/09

grimoon_sofa3Giocolieri e funamboli indossano l’abito in lamé di un capogiro di note. I clown si sono arresi a maschere dipinte a mano, fatte di cartoni, indossate con la prudenza di chi ancora sta cercando, con la spigliatezza delle licenze poetiche ricavate dal sogno, dal credere in un sogno. Gli strumenti parlano la lingua dello stupore, di una positività grintosa, riflessi neri di una luce bianchissima, trattenuti dalle lettere, liberati dalle dita di musici dal talento feroce. La tête dans les parapluis attira lo sguardo di noi spettatori sulla pista immaginaria di un circo crepuscolare che si affollerà di viaggiatori, di solitudini evase dal proprio ergastolo privato, di gatti, di scarpe innamorate, d’istinto, di sirene. I Grimoon suonano la passione per la musica, per  il gusto della meraviglia, per la fuga dagli stereotipi, tutti. Questa sera, a Sur le sofà, in questo salotto fuori dalle mode, indovino di certe attitudini, che per primi hanno riempito d’accordi qualche mese fa, lo fanno con un sorriso particolare dipinto sul volto, con la voglia di meravigliarsi, per primi, del loro stesso calore, quel calore che ogni volta riescono a farti respirare quasi l’avessero inventato daccapo, in quel preciso momento, apposta per te.

Ecco Mme Bateau danzare, libertina e prepotente, nello spazio azzurro di un tendone che è mare, che non ha soffitto né spigoli; danza e c’è chi la riconosce, applaude, beve alla sua salute.  Ecco La compagnie des chats noirs marciare fra le nostre gambe, determinata e fiera, Mr Carrè attendere l’unico sguardo in grado di rapire alla fissità, alla malinconia. Solenne le Marchand ha nella voce la grinta di una femminilità sinuosa, schiva eppure impertinente; Alberto Stevenato quella grinta la tiene ferma con le unghie perché la chitarra ne mimi le alchimie, la gola se ne infiammi e la muti in ritmo, in galanteria. I cortometraggi realizzati dai Grimoon accompagnano l’esecuzione dei pezzi e ne sono parte: la parete alle loro spalle si anima di fotogrammi e poesia, di intuizioni, di colori che trovano nella musica la metafora essenziale, il proprio giusto mezzo. Ecco Frontière, Prisonniers, I’m looking for Paris e gli strumenti farsi dimensione, anello di congiunzione fra il genio e un po’ di follia; ecco i polpastrelli giocare sui tasti girotondi folk, ipnotici di colori elettrici. E ancora Lucie, Luxure et Passion, Julie court, Moka, Le Clown, Même Les Mains Vieillissent. Tastiere, chitarre, fisarmonica, basso, batteria: partecipano allo spettacolo ciascuno con la propria scuola d’arti acrobatiche messa al servizio dei pentagrammi, addomesticata alla rotondità del francese, lingua pastello. Suonerebbero ancora, continuerebbero per ore. Stare qui fa bene, alla salute e alla pelle. Paolo e Maria hanno inventato il posto che in molti speravano di trovare, che in molti amano raggiungere perché è la musica a rimanere, a cingere, a consegnare i minuti alla notte; musica, confidenza, applausi che non stonano, un dvd che diventa legame fra chi lo spettacolo lo inscena e chi ne gode.  Due di notte e la richiestissima Mme Bateau vengono lanciate sul soffitto, donne cannone bellissime, con la pelle fresca, bianca, vera: il gioco dei bis si consuma mentre un alito di bellezza girovaga per la stanza fiera di un clima tanto autentico, fitto di positività, di piaceri singolari. Le chiacchiere a venire non disperdono le note ma si consumano sulla scia del tabacco con la voluttà del ben fatto, del buon sapore che hanno certi incontri, le amicizie quando si fissano al cuore con la puntina dell’autenticità.

Grazie ai Grimoon per Demoduff#, La lanterne magique, Les 7 vies du chats , la storia del radicchio e tutto quanto ha da venire; a Fabrizio e Sonia per Quello che non c’è; a Paolo e Maria, padroni di casa impeccabili.

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