Un luogo, Bologna. Una data, novembre 2008. Forse pioveva, o forse no. Forse era un quasi inverno, o forse no. Poco conta un qualunque accenno al tempo. Sarebbe un dettaglio, da qui al passato sarebbe solo un dettaglio. Anni di silenzio cristallizzati nell’attimo del ritorno. L’assenza esorcizzata dalla consistenza non scalfita da alcun cambio di rotta, momentaneo. E qualcosa che pareva un’attesa non ha ingannato l’eccezione: il Traffic Festival 2008 (nella serata condivisa con Patti Smith ed Afterhours) e la sonorizzazione de La caduta di casa Usher (realizzata per conto del Museo del Cinema di Torino e messa in scena alle Officine Grandi Riparazioni) non erano un caso, ma un’immagine perfetta. I Massimo Volume tornavano sulle scene che avevano segnato fino al 2002, anno dello scioglimento ma non atto definitivo. Suonavano, ancora. Tornavano sulle corde di un basso magnetico e di chitarre blu elettrico, sui passi profondi di una batteria, dentro gli enigmi di parole fatti volti, nomi, storie di ampie vetrate e sacchi di tela, di notti e stanze. Fluidi, apparentemente immobili fino a quando l’adesione è fuoco. Tornavano le loro canzoni, fuori dai perimetri schematici. E le definizioni arrossivano nuovamente per l’imbarazzo dovuto all’inadeguatezza. Rock polivalente. Parole, sistemate come lo sguardo della memoria, emerse come particolari che evocano Tutto, come una sensazione, tesa nel mistero.
7 novembre 2008, Estragon di Bologna, mille spettatori: la prima data del tour invernale diventa un disco. Il primo live ufficiale dei Massimo Volume, registrato in un’unica session e senza sovraincisioni.
Un magma di pulsioni dove la poesia del reading incontra un rock famelico. Dieci brani che raccontano un percorso artistico che va da Stanze (1993) a Lungo i bordi (1995), da Da qui (1995) a Club privé (1999). E un inedito, Esercito di santi: circolare nelle sue esplosioni elettriche, visionario nella lucidità delle sue azzardate verità, settimo canto di un inferno immaginario dove vagano tutti i santi malati di malinconia.
Mescal firma Bologna nov. 2008: una virgola tra il passato e ciò che sarà, ricordando senza condizionamenti, continuando come un richiamo alla vita.
Credits
Label: Mescal/EMI 2009
Line-up: Emidio Clementi (voce e basso) – Egle Sommacal (chitarra) – Vittoria Burattini (batteria) – Stefano Pilia (chitarra)
Tracklist:
- Atto definitivo (album di riferimento: Da qui)
- Il primo Dio (album di riferimento: Lungo i bordi)
- La notte dell’11 Ottobre (album di riferimento: Lungo i bordi)
- La città morta (album di riferimento: Da qui)
- Fuoco fatuo (album di riferimento: Lungo i bordi)
- Per farcela (album di riferimento: Lungo i bordi)
- Esercito di santi – Inedito
- Altri nomi (album di riferimento: Club privé)
- Sul Vicking Express (album di riferimento: Da qui)
- Qualcosa sulla vita (album di riferimento: Da qui)
- Ororo (album di riferimento: Stanze)
Links:Sito Ufficiale
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