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Meraviglie musicali: Francesco Di Bella (24Grana) @ Bistrot di Arienzo (CE) 07/01/11

Il freddo è sceso puntuale in questa serata d’inverno.
La nebbia ci avviluppa, come il fumo di un’immensa sigaretta, sulla strada che porta al Bistrot, il locale dove si terrà il concerto.
Un concerto strano, forse più un ritrovo di amici, come dirà il cantate prima di iniziare a suonare. Qui al Bistrot a momenti si esibirà un duo sui generis: Francesco Di Bella, voce dei 24Grana, e Alfonso “Fofò” Bruno, già chitarra di diverse band dell’area alternativa campana, attualmente in session con Songs For Ulan.
Un progetto nato nell’attesa delle realizzazioni dei nuovi album.
Manca ancora poco, infatti, e uscirà l’ennesimo lavoro di Songs For Ulan, in cui Bruno collaborerà alle chitarre ma, soprattutto, il 20 gennaio, a Londra, i 24Grana presenteranno La Stessa Barca, il loro nuovo album registrato a Chicago con la produzione artistica di Steve Albini, deus ex machina dietro le figure storiche di Nirvana, Robert Plant e PJ Harvey.
Ma nel frattempo suonare. Suonare per divertirsi, suonare le canzoni con cui si è cresciuti, suonare per suonare. Come due amici in una cameretta, come due vecchi ragazzini con una chitarra e un bel po’ di canzoni alle spalle.
E allora, perché no, facciamo cover? Ma sì, facciamo cover.
Ed è così che tutto ha inizio.
Solo che non sono in una cameretta ma su un piccolo palco circondati da una moltitudine di visi.
Le luci calano lentamente, l’atmosfera si fa intima per quanto possibile in un locale saturo di gente, un leggero ronzio pervade l’aria, una nota in germinazione in attesa di diventare musica.
Francesco Di Bella invita i ragazzi ad avvicinarsi al palco e a sedersi a terra, vicino a lui, non è un concerto dove saltare ma un ritrovo di vecchi amici. I ragazzi non se lo fanno ripetere, sorridono silenziosi e impacciati, ancora troppo legati dall’attesa.
Il cantante dei 24Grana che canta cover? Avremo speso bene i nostri soldi? Sembrano queste le parole dipinte sui visi di tanti di loro.
Francesco scherza con Fofò e poi presenta il progetto, l’idea di suonare solo con un accompagnamento di chitarra acustica le canzoni in cui più si riconoscono i due musicisti, più qualche brano preso qua e là dal repertorio dei 24Grana. Un’idea di condivisione musicale, per ricordare suoni e voci e omaggiarle con il proprio suono e le proprie voci facendo, fra un brano e l’altro, quattro chiacchiere con il pubblico. Parlare di musica, ricordare insieme gli ambienti e gli anni in cui quelle canzoni uscirono. In breve, condividere l’emozione della musica che ci si porta dentro
Si parte con Soft Touch degli Everything But The Girl ma a metà circa il duo la interrompe per migliorare i volumi. Francesco scherza per i soliti inconvenienti e si riparte da dove ci si era interrotti. Piccoli timidi applausi ne riaccolgono l’esibizione per diventare poi, con mia sorpresa, più caldi con l’attacco di Darkland dei mai troppo rimpianti Jesus And Mary Chain. All’improvviso, alla luce di poche tremolanti candele, il pubblico inizia a sussurrare quell’ormai famoso e delicato ritornello e tutto inizia a scorrere come da programma, come amici seduti in gruppo.
Si continua con I Will dei quattro ragazzi di Liverpool e anche qui gli applausi non si fanno attendere, segno che forse i Beatles sono amati ancora da tantissime persone.
La serata oramai è partita, la gente si guarda ad ogni canzone, sfidandosi a riconoscere i brani interpretati, applaudendo, ridendo allo scambio di battute fra i due, partecipando. E i brani scorrono.
Si va da Elvis Costello ad una versione acustica di Born to Lose di Johnny Thunders; si passa dai Buzzcocks di Ever Fallen In Love per arrivare alla meravigliosa Stone In The Water del primo Badly Drawn Boy.
L’aria si riempie della musica di classici dimenticati del calibro di Tim Buckley ed Elliot Smith, pietre miliari come Crosby Stills Nash & Young. Dalla chitarra di Bruno escono le note dei Creedence Clearwater Revival e degli Style Council di My Ever changing Mood.
Quando un ragazzo dal pubblico grida “bravi”, Francesco Di Bella ringrazia, poi scherza ricordando che è Paul Weller quello davvero bravo.
Le canzoni sono intervallate da piccoli misconosciuti gioielli quali The airplane over the sea dei Neutral Milk Hotel o Mykonos dei Fleet Foxes.
Quando i pochi brani inseriti dei 24Grana fanno capolino, il pubblico li accoglie con applausi, esclamazioni di sorpresa e divertimento. Le intona insieme al cantante della formazione partenopea in questa sua uscita intima e raccolta, le sussurra, le accoglie.
Quando le luci si accendono la gente chiama a gran voce un bis ed ecco che tutti sembrano stringersi e diventare una sola voce.
Poi tutto finisce in quiete, come era iniziato.
Con un sorriso quasi imbarazzato dal palco all’orizzonte.
Una serata cominciata con dolcezza e con dolcezza finita, un incontro musicale con un duo che porta nelle dita e nella voce non solo la rabbia che genera le loro canzoni ma anche, e forse soprattutto, l’amore per le cose piccole e la memoria per le piccole meraviglie musicali.
Che siano queste le vere cose ca’ spaccano?

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