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Kaputt – Destroyer

Pare che dei The New Pornographes, a Dan Bejar  – dentro lo scafandro del progetto Destroyer – rimanga poco o se non altro dettagli insignificanti, ed eccolo allora a rimuginare, inventare, stilizzare nuovi contegni sonori per mescolarli in quello che poi dovrebbe significare un suo rinascimento, il suo voltarsi indietro per guardare avanti, e Kaputt, nuovo e terzo disco della trasformazione customizzata, pare invece dimostrare che tali scelte spingano alla deriva, lontano dalla memoria collettiva di cultori musicali.
Il cantautore di Vancouver, se si va a ripescare Trouble In Dreams che è predecessore di questo nuovo capitolo discografico, già faceva scontrare i suoi fan con inversioni ad U stilistiche che, se da un lato potevano inorgoglire le ingratitudini di sentori malinconici e gassosità ambient, dall’altro ingrassavano i sapori di un pop romantico forse da troppo tempo inespresso. E questo nuovo disco, come a rispettare le infinite eleganze sintetiche e lounge di un certo appannaggio clubbing, si tuffa a corpo morto nel centro degli anni 80, nel focus poco più che tiepido di quello “speech individualistico e confidenziale” che lascia infiniti dubbi e all’ascolto una ricerca spasmodica di sostanza vera e propria.
Difficile da descrivere perché tanto diverso da se stesso (con lo scorrere delle tracce), l’indipendenza sonica che trama il tessuto compositivo dell’album è di quelle che si ama immediatamente o porta ad incarognirsi per il sussiego prolisso di un manierismo dandy (China town, Savage night at the opera, Kaputt) con sbocchi techno soulness (Song for America) o per la depression land aggrappata ai tasti di pianoforte liquido in (Suicide demo of Kara Walker), in concreto una lunga incursione in un passato remoto dove l’unica frenesia è quella rimasta sopita nei lustrini spenti di un Bowie allampanato e di un Bryan Ferry oscenamente impomatato.
Se si avesse la coscienza marchettara del gioco a rimando si potrebbe dire “un disco dl sapore meravigliosamente antico”, ma la sincerità umana di annunciare un flop rigato da nove tracce è più forte e verace.
Fermate il mondo, rivogliamo i The New Pornographes!

Credits

Label: Merge – 2011

Line-up: Dan Bejart (voce, chitarra) – John Collins (basso) – Scott Morgan (basso)

Tracklist:

  1. China Town
  2. Blue eyes
  3. Savage night at the opera
  4. Suicide demo for Kara Walker
  5. Poor in love
  6. Kaputt
  7. Downtown
  8. Song for America
  9. Bay of pigs

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