E’ proprio vero: “A volte ritornano”. Arriva inaspettato e quindi ancor più gradito, da una band che si credeva ormai – discograficamente – consegnata al silenzio, questo condensato d’argento vivo che prende il nome di Sometimes They Come back, secondo album – sulla lunga distanza dal precedente Un.Tidy – dei The Perfect Guardaroba, agitatori sonici di un garage-punk che frulla a mille, l’evocazione dell’eroismo on stage del sintomo puro degli spiriti e delle gesta del più magniloquente e lurido linguaggio del rock.
La classe non è acqua e i nostri rockers di Senigallia lo dimostrano ad ogni ruggito di traccia, in ogni schiacciata di pedaliera che è ormai l’attitudine perfetta e calibrata del loro tribale incedere nella musica, una musica che contiene un patrimonio di Mando Diao, The Hellacopters,Television, Dead Boys, Stooges, Ramones, e tutto il graffio indelebile del CbCb’s al 315 della Bowery Newyorkese, un impatto che non fa scambi o favori ad interferenze, quadrato come in un’interminabile live session che pare sempre sul punto di morire e invece ricomincia ogni volta a schizzare watt.
Dieci traccianti di passione & shake’n’roll che si coniugano perfettamente in un aggancio, un hookering di reale dinamismo estetico che percorre – come un brivido di febbre incontrollato – la schiena pelosa e sghemba dei ‘70s, con riff intriganti e scintille d’inquietudine, istinti pagani e sacrosanti scongiuri contro il flebile, mollaccione ed esangue cosmo indie; dentro gli accordi amplificati e i rumori primari un substrato di pensieri personali, amori sfigati, l’esistenziale che sta stretto o amicizie con la lampo, e mentre i TPG suonano e giocano, facendo risultare un loud di prima categoria, vene da pensare che l’idea – magari ci saranno state altre causali – di aver fatto attenderci un po’ questo disco è stato un bene perché in questa aspettativa le “ottime cose” si sono pentuplicate e la radicalità rock ancor più sanguisuga. Vera.
The Art Of Falling, Try Again, Rosie Palm, Misundestanding (disconight), Jump The Gun, e tutte le altre frecce soniche sono il naturale dissenso al silenzio, all’inamovibilità, inni allo stage diving, mentre a Expecting To Fly è stato delegato il rubino acustico dell’intero lotto, una chitarra acustica stropicciata appesa ad una voce ed un coro dalle colorazioni alcoliche, buone.
I TPG non fanno nulla di speciale, ma hanno una qualità che la maggior totalità dei gruppi odierni sembra aver dimenticato: sanno scrivere canzoni e “suonare” come “qualcuno” comanda, e non solo riff.
Credits
Label: Autoproduzione – 2011
Line-up: Damiano (voce) – Becca (chitarra) – Rod (voce, basso) – Angelo (batteria)
Tracklist:
- Altes Wassenwewrk
- The Art Of Falling
- Sometimes They Come Back
- Try Again
- Rehab
- Rosie Palm
- So Much Better
- Misunderstanding (disconight)
- Expecting To Fly
- Jump The Gun
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