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Verdugo Hills – Caroline

La finestra è aperta. La brezza primaverile del mattino muove le tendine bianche e lascia entrare un tiepido raggio di sole nella stanza, muove uno scacciapensieri i cui piccoli sfavilli colorati si rincorrono per tutta la camera. Sul centrino della scrivania un lecca lecca alla fragola; accanto alla scrivania una sedia che dondola. Una porta si chiude. Qualcuno era lì. Sulle colline di Caroline, Verdugo Hills, è questa l’atmosfera che si respira; tranquillità e dolcezza miste a nostalgia e malinconia. Una musica che abbraccia la sfera più intima dell’ascoltatore, lo avvolge in una soffice bambagia e lo isola dal caos e dall’amarezza del mondo esterno. Caroline Lufkin, artista giapponese nota anche per la collaborazione con i Mice Parade, torna col suo dream pop elettronico a cinque anni di distanza dall’album di debutto Murmurs. Il punto di forza del disco sta nella voce della compositrice, impalpabile e fanciullesca, che ricorda quella candida di Björk. La struttura sonora, pressocchè invariata rispetto al lavoro precedente, è alquanto minimale e si affida a brusii e riverberi, alle magie dell’arpa, al glockenspiel che sembra riprodurre il suono di piccoli campanelli come in Words Flutter, al synth e alla drum machine inserita nelle diverse tracce in modo discreto ed irregolare. Il disco si apre con Balloon, dove il fruscio di fondo e sporadici colpi di cassa e rullante si intrecciano alla voce di lei che risuona come l’eco di una ninfa dei boschi. Segue Swimmer, caratterizzata da un’intro molto orientaleggiante grazie alle note eleganti prodotte dall’arpa. Pink Gloom si candida ad essere la track perfetta per le atmosfere fantasy di uno dei film che tanto ha appassionato le ragazzine degli anni ’90, ovvero Edward Mani Di Forbice. Snow si differenzia leggermente dai brani precedenti; più ritmato, con una leggera vena dance e la presenza della tromba, in chiusura del pezzo lo show del rullante di poco più di un minuto. Gone rappresenta, invece, la traccia più solare dell’album, per via del clapping e dell’uso dello shaker. Immancabile il solito glockenspiel con le sue sonorità fresche e caramellose.
La porta si apre, una ragazza torna a sedersi sulla sedia a dondolo, scarta il suo lecca lecca e comincia a gustarlo. In silenzio.

Credits

Label: Temporary Residence – 2011

Line-up: Caroline Lufkin (voce) Caroline

Tracklist:

  1. Balloon
  2. Swimmer
  3. Sleep
  4. Seesaw
  5. Words Flutter
  6. Pink Gloom
  7. Waltz
  8. Lullabye
  9. Snow
  10. Gone

Links:Sito Ufficiale,MySpace

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