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Rock tentacolare puro: Afterhours @ Acciaieria sonora (NA) 02/07/11

L’acciaieria di Bagnoli si riaccende per più di due ore e diventa veramente sonora. Il rock abrasivo degli Afterhours ritorna sulle rive partenopee. Quel residuo del popolo rock campano risponde all’evento. In attesa dell’uscita del loro prossimo album (in coraggiosa autoproduzione), gli Afterhours portano in giro il tour dei tentacoli. Sì! Quei tentacoli che avvinghiano tutto e tutti, che stritolano il rock-pop becero e ammiccante della nostra Italietta fino a farlo esplodere in cascate di rock sanguigno e irrefrenabile. Quel certo  rock che stenta a trovare giovani eredi. Come dire? Loro lo fanno e restano unici! Prima della tempesta elettrica della band milanese, la quiete intensa e sincera del nuovo menestrello del vento napoletano: Claudio Domestico degli Gnut. Il cantautore partenopeo ha stregato l’atmosfera degli agguerriti fans degli Afterhours con una semplice chitarra acustica e una voce calda e profonda di dolore e nostalgia, degno di maestri storici come Nick Drake e Elliot Smith. Ha presentato ballate da Il rumore della luce, imminente e attesissimo secondo disco, mostrando una convincente attitudine a calcare un grande palco. Splendidi anche i momenti in cui è stato accompagnato da Rodrigo De Erasmo e Roberto Dell’Era. Dopo le folate controvento di Claudio, il mare di Bagnoli si è increspato, nell’oscurità della notte, sullo sfondo suggestivo di ruderi post-industriali è emerso l’octopussy del vero rock italiano. Gli Afterhorus si dipanano sul grande palco e costruiscono un muro di suono incredibile. Le tre chitarre di Ciccarelli, Manuel e del redivivo Iriondo sparano raggi di rumore all’unisono inebriando la folla accorsa. Il violino di Rodrigo d’Erasmo tesse trame diaboliche fornendo colori ancora più accesi al suono After. Un suono più incisivo e abrasivo rispetto al tour de I Milanesi ammazzano il sabato. Un suono più votato al noise e all’ispessimento della carica emotiva del loro live. E’ certamente un suono più estremo dopo l’abbandono di certi sperimentalismi che avevano caratterizzato la breve partecipazione del mariposa Enrico Gabrielli. Vivere brani come La sottoilinea bianca, Non si esce vivi dagli anni ’80, Ballata per la mia piccola iena, E’ Solo febbre, Pelle e Germi in una veste così dirompente è un esperienza unica e consigliata a chi si esalta per rockers nostrani dell’ultim’ora, perchè? Perchè così potrebbe farsi un’idea del rock vero! C’è stato spazio anche  per uno dei lati del prisma di Manuel Agnelli, quello di grande intimismo sia nella versione acustica di Bianca con arrangiamenti unici di Rodrigo sia nell’intro al piano di Non si esce vivi dagli anni 80. In questa magica serata gli Afterhours ancora una volta hanno marcato a fuoco una sola verità, quella che ricordavo: il rock è divino, è sudore, è pulsione. God is sound! (Lost Gallery 12)

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