Chan Marshall, in arte Cat Power, non autorizza biografie di sé. Personaggio emblematico del rock alternativo, con otto album all’attivo (due di essi sono cover) e una serie di tour mondiali. La cantante americana è sempre stata in conflitto con la strada naturalmente intrapresa e con il successo ottenuto. Secondo Elisabeth Goodman, autrice del libro in questione e redattrice della rivista newyorkese Blender, non sono solo i meccanismi perversi dello star system ad averla resa un’anima inquieta e spesso restia ad esibirsi in pubblico, quanto l’essersi sentita dire fin da bambina di non essere in grado. Il padre, musicista blues rimasto nel cassetto, la allontanava dal pianoforte e la madre, schizofrenica, non poteva certo assecondare il suo talento. Chan ha amato il blues che ascoltava in casa e lo ha rubato, ne ha fatto il tappeto rosso del suo futuro, ma questo, senza radici, è diventato peccato. Alcune sue performance si possono annoverare tra quelle più eclatanti della storia del rock: in un’occasione, dopo essersi interrotta a metà concerto ed aver iniziato a piangere, scese dal palco, si sedette a terra e si lasciò accarezzare la testa dai fans, da quelli che nel frattempo non se ne erano andati. Alla base c’era l’incapacità di accettarsi in una veste non riconosciuta dalle sue origini. You are free è il titolo dell’album che uscì nel 2003 per la Matador Records, ma è anche il motivo che fa da sottofondo alle sue insicurezze quotidiane. La canzone Maybe not recita così: “we can all be free/ maybe not with words/ maybe not with a look/ but with your mind”. Quel pensiero che la dovrebbe far uscire dai labirinti del passato.
La biografia, uscita nel Maggio del 2010 per Arcana musica e tradotta in una lingua evocativa, conduce anche attraverso i molteplici luoghi in cui la cantante ha vissuto, dal sud degli Stati Uniti a New York fino alle spiagge di Miami, e ne rende magicamente l’atmosfera. Stupisce la facilità con cui Chan, secondo la scrittrice, si è saputa relazionare agli altri nelle città di volta in volta abitate trovando quasi ovunque degli amici, mettendo radici nel suo nomadismo. Attraverso i testi delle canzoni, per lo più scarne e minimaliste anche nella musica, il libro ripercorre inoltre gli amori dell’artista, come quello con Bill Callahan in arte Smog. Allucinante è il racconto del suo tentato suicidio non molto tempo dopo l’uscita del disco più blues che la cantante abbia prodotto, The Greatest. Il tour viene annullato. Chan oscura la sua casa e vi si barrica stretta agli angoli da demoni in carne ed ossa, più consistenti del buio.
Ora Cat Power sta meglio, ma quanto poco basta a cadere se si è così fragili e quanta poesia può nascere ancora!
Elizabeth Goodman – Cat Power. Una brava ragazza (dal titolo originale Cat Power. A Good Woman), Arcana Edizioni (2010)