Vengono dal trentino e già da anni si muovono nei locali e nelle sale di registrazione. In questo 2011 danno alla luce il loro primo vero e proprio album con un titolo che non nasconde l’ambizione e la determinazione dei quattro giovani.
Mente (e cuore dilaniato, poi ricostruito) dei Vetrozero è Glauco Gabrielli che scrive musiche e testi di questo convincente esordio. Ad un primo e non attento ascolto si potrebbe etichettare il tutto come “ok, altri da aggiungere alla mischia”, ma ascolto dopo ascolto ci si accorge che non è così. La ricerca della musicalità, del ritornello cantabile e della frase ad effetto non sono bestiali paraculate, ma sfide in equilibrio tra qualità e fruibilità. Il rock più tagliente viene addolcito da parole e suoni lievi, il lato pop non viene contenuto ma bensì tirato senza perdere mai il controllo. Il leggero pop-rock con la voce pulita ed addomesticata di Biarso si scontra con la più tagliente Il mostro e la più torbida Trenofreno: il tema centrale di tutto il disco svela le sue varie sfaccettature avvicinandosi ad ogni ascoltatore. Ovviamente si parla di amore, di abbandono, di ricordi e crisi, vie d’uscita che sembrano state murate. Questa redenzione e ritorno alla vita si respira in ogni brano, oltre che nei testi, nella musica che alterna il lato più cupo agli spiragli di luce, che talvolta possono diventare accecanti. “Della mia instabilità / ne apprezzo solo l’onestà / Dopo mezzanotte appena / CRACK! / Attento al vetro del tuo stagno / mi presento a mani vuote / con un viso appendisdegno” (Io + solo – vivo): c’è tanta forza nelle parole dei brani di questo Temo solo la malattia, offrendosi all’ascoltatore con un linguaggio scarno, fatto di giochi di parole ed immagini dalla grande efficacia. Non c’è bisogno di un vocabolario particolarmente forbito per raccontare che “mentre morivo / tu andavi al mare” (Una pistola non dice: -Salve!-): questa curata immediatezza è la forza dei Vetrozero.
Un mix di rock, pop ed una forma moderna di cantautorato per avvicinarsi ai più differenti orecchi, senza svelare influenze e definizioni di generi musicali. Con queste particolarità i Vetrozero non avranno difficoltà ad avvicinarsi al pubblico giovane, più fresco e meno influenzato e radicale negli ascolti.
Come un sigillo di garanzia, la partecipazione di Emanuele Lapiana (N.A.N.O.) nel brano Solubile è la ciliegina sulla torta.
Temo solo la malattia è un album maturo ma che si apre verso molte strade: è un esordio, e suona come tale, come l’inizio di un percorso che è bene seguire con attenzione.
Credits
Label: V Rec – 2011
Line-up: Glauco Gabrielli (testi, musiche, voce, chiarre) – Alessio Zeni (basso) – Daniele Bonvecchio (batteria); hanno collaborato Jacopo Mazzonelli, Davide Pedrotti, Christian Stanchina, Emanuele Lapiana
Tracklist:
- Grisou
- Biarso
- Il mostro
- Treno freno
- Contagocce
- Io + solo – vivo
- Soffiando contro vento
- Ultra intro
- Emodinamica
- Una pistola non dice: -Salve!-
- Solubile [feat. N.A.N.O.]
- Ninnananna
Link: Sito ufficiale, FaceBook