I’m with you – Red hot chili peppers

Vladimiro Vacca Album, Recensioni Lascia un commento

“Nulla si crea. nulla si distrugge, tutto si trasforma.”( Antoine-Laurent de Lavoisier). “Credo che sia un artista chiunque sappia fare bene una cosa; cucinare, per esempio.” (Andy Warhol). Partendo da queste due famose citazioni si può recensire l’ultimo disco I’m with you dei Red Hot Chili Peppers. La citazione del fisico Lavoisier può ben descrivere la nuova rinascita dopo il secondo divorzio dal chitarrista John Frusciante. L’approccio chitarristico del sostituto Josh Klinghoffer è stato in grado di riportare, come in una macchina del tempo, i RHCP ai vecchi colori più funky, più groovy dei loro primi album, abbandonando quella via più rock celebrativa di band storiche come i Beach Boys e i Beatles degli ultimi dischi dei RHCP. La seconda citazione di Warhol invece ben focalizza il fatto che alcuni brani, come Annie Wants A Baby, Look Around, Factory Of Faith, Ethiopia, siano carichi di energia ritmica, perfetti in ogni nota suonata… proprio perché frutto di un’attitudine unica di questa band californiana. Solo loro riescono a fondere musica bianca e nera, movenze hip-hop con il rock ed il pop tramite il collante del funky. In questo disco c’è anche spazio per riuscitissime ballate come Brendan’s Death Song e Police Station. La sorprendente mutevole Monarchy of Roses è uno schiaffo rock irresistibile. I’m with you non sarà Blood Sugar Sex Magik o Californication ma sicuramente dimostra che i RHCP sono sopravvissuti ancora ad una bufera ed ancora una volta testimoniano di essere, insieme agli U2, tra le band capaci veramente di rappresentare a livello planetario la fluida società pop dell’ultimo trentennio. La cover del disco tende la mano ad un’opera di Damien Hirst, l’artista più pop e controverso degli ultimi anni, non è un caso! Viva il groove ed il funky!