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Elettronica maccheronica – Fraulein Rottenmeier

Sinceri, diretti e con una buona dose di autoironia, i Fraulein Rottenmeier si presentano immediatamente per quello che sono, senza nasconderci nulla. Hanno scelto per il loro primo disco un titolo decisamente esemplificativo: Elettronica maccheronica. Che l’elettronica sia la loro fonte di ispirazione primaria è evidente, ma è una elettronica “artigianale”, fatta in casa, senza strumenti ipertecnologici e che ben si adatta al registro testuale delle canzoni sempre taglienti e senza peli sulla lingua e che strizza l’occhio, soprattutto nel cantato, al funky e al rap.
Dancefloor apre il disco con una melodia che riesce a rievocare davvero la musica che si ascolta, o meglio che si balla in discoteca. Fa venire in mente le palle stroboscopiche che andavano di moda qualche anno fa e i personaggi dai vestiti improbabili che si incontravano sulla pista. E anche se non condivido l’idea della discoteca come luogo dove sfogare la rabbia per la fine di una relazione (ma sarà l’età che avanza!) ho trovato una parte geniale nel testo: La migliore vita che m’aspetto dopo la morte è un autogrill, per gustare pienamente e senza rimorsi un perpetuo happy meal”. E diciamo che di questi tempi per qualcuno è la prospettiva più allettante pure prima della morte! Ornella TVB è davvero cattivissima: “Sì, sì, sì, sai che c’è? Sono stufo di sostenere te e i tuoi chili di troppo. Ammettilo, siamo stati meglio nel fisico e più nobili dentro. Tra di noi c’è la stima che riesce a unire la casalinga al suo acaro”. E pare che il testo sia stato ispirato da una scritta trovata su un muro e che costituisce il ritornello del pezzo: “Ornella tvb ma ho trovato una che me la dà”. Povera Ornella! Anche in questo brano si uniscono l’elettronica della base al funky-rap del cantato che va velocissimo, in anticipo rispetto alla musica creando un effetto molto interessante. Dietro la lavagna è la rivincita di tutti noi, poveri secchioni, afferrare una filastrocca con cui ti prendevano in giro al liceo e farne il ritornello di una canzone. Molto divertente! Il tono cambio in Lacrime in tangenziale, l’unico tra i testi di questo album ad essere meno diretto e più simbolico, pur riuscendo ad essere assolutamente evocativo. Non a caso questa canzone si distingue anche musicalmente dal resto del disco, molto più vicina ad una ballad pop che ad un pezzo elettronico. C’è spazio anche per la critica politica in Monarchia e Political chihuahua e per una stoccata al mondo della musica con Gran ricetta per la plastica: “Non suono indi(e)pendentemente da me. non taccio ciò che voglio esprimere (…) Passami in questa merda di radio!”.
Non so se quest’ultimo desiderio si avvererà. Sarebbe bello perché in fondo abbiamo bisogno di gruppi giovani, in grado di raccontare quello che li circonda con ironia e sincerità, con l’immediatezza di un genere musicale fresco e popolare e testi che si tengono lontani dalla retorica.

Credits

Label: Autoprodotto – 2011

Line-up: Giorgio Laini (voce) – Mauro Comelli (basso) – Franco Bruna (batteria, programmazione beat, synth)

Tracklist:

  1. Dancefloor
  2. Dente da latte
  3. Ornella tvb
  4. La conoscenza
  5. Lacrime in tangenziale
  6. Monarchia
  7. Dietro la lavagna
  8. La nostra romantica ballata pop
  9. Gran ricetta per la plastica
  10. Political chihuahua

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