Del disco omonimo di Maria Antonietta, uscito il 6 Gennaio per Picicca Records, si è già parlato tanto e a ragione. Al nostro ascolto si dispiegano dodici canzoni schiette nel contenuto ed essenziali nello stile. Dileguano l’indifferenza o, almeno così, è stato per me. Raccontano di un periodo buio, del fondo da cui Maria Antonietta, alias Letizia Cesarini, è risalita. E non è tanto una questione anagrafica (la giovane pesarese ha ventiquattro anni), ma, innanzitutto, umana. A Letizia ho posto alcune domande… (Quanto eri bello è in streaming autorizzato)
Poiché anche io sono originaria degli stessi luoghi, mi interessa sapere che rapporto hai con le Marche e con Pesaro. Quali sono secondo te gli aspetti positivi e negativi del vivere lì? Anche in riferimento al fruire e al fare musica, si intende…
Io amo molto le Marche e la mia città Pesaro. Si vive bene qui. Soprattutto se sei poco mondano. Per suonare le situazioni non mancano, anche se forse a Pesaro (paradossalmente la città con la più alta densità di musicisti delle Marche) non esistono sostanzialmente locali per fare musica, giusto un paio. Però c’è un negozio di dischi,libri e molto altro fantastico gestito da Mirko dei Camillas, e quel posto riequilibra decisamente la situazione.
Cosa c’è in te di Maria Antonietta, moglie di Luigi XVI? Io ho riconosciuto nelle tue canzoni, quindi in te, alcuni aspetti che le appartenevano. Si dice che, a corte, per noia, si dette ad una vita piuttosto frivola come del resto sono noti la dignità e il coraggio con cui affrontò il patibolo. Gli stessi con cui tu ti sei messa a nudo in questo album…
Sì, Maria Antonietta fu una grande incompresa e, come dico in una canzone, la prova di come “il mondo ti metta al rogo in ogni caso”. Non lo dico per lamentarmi, è una constatazione di come sia improbabile a questo mondo la comprensione. Se ho scritto questo disco però è perché ho ancora la speranza, e i tanti messaggi che ho ricevuto me lo hanno confermato, di poter condividere qualcosa di vero con le persone che mi stanno intorno. Ci vuole molto impegno, ma io sono abituata ad impegnarmi.
Colpisce la tua scrittura laconica ed aspra. Quali sono i tuoi autori di riferimento? Poeti e narratori sicuramente, ma anche i cantautori possono influenzare uno stile…
Direi Guido Gozzano su tutti. Eterno.
Ho letto sulla tua pagina Facebook che presto usciranno le date dei prossimi concerti. Che cosa ti aspetti da questo tour, come vuoi vivere questa nuova fase della tua vita?
Da questo tour mi aspetto innanzitutto la soddisfazione e la gioia di suonare con la mia squadra e non più da sola, quindi con i miei fidati soci Damiano Simoncini (batteria) e Lorenzo Pizzorno (basso). Questa fase nuova e bella della mia vita voglio viverla con persone altrettanto belle.
Come si vede Maria Antonietta fra dieci anni, in privato e nella musica? Insomma, quali sono i sogni di Letizia Cesarini?
I miei sogni per il futuro: scrivere ancora dischi, bei dischi, collaborare con musicisti molto più bravi di me ma soprattutto avere una bella famiglia perché sono le persone che ti rendono felice, non la musica. Non è la musica che ti aspetta la sera a casa, che ti abbraccia quando sei stanco e deluso, che ti cucina il tuo piatto preferito, che ti scalda sotto le coperte quando ti addormenti la sera. La musica aiuta tantissimo e scrivere e cantare e suonare e ascoltare la musica di altri ti riempie la vita, ti fa sentire realizzato ma non ti rende felice.
A conclusione del 2011, LH, come ogni rivista musicale che si rispetti, ha stilato una classifica dei dieci album italiani e stranieri migliori dell’anno e che è stata in seguito modificata dai lettori. A te ne chiedo uno, per entrambe le classifiche…
Album italiano 2011: quello dei Dadamatto; straniero Let England shake di PJ Harvey.