Se dovessimo descrivere il concetto di declino, probabilmente, all’istante, ci balenerebbero nella mente immagini di qualcosa che mestamente volge al termine deteriorandosi, un regresso inesorabile che si è costretti a subire e ci lascia inermi spettatori del suo corso. Non riusciremmo a prefigurarci piacevoli sensazioni, composte da un suggestivo appagamento denso di armonia.
E’ invece dal connubio di questa antitesi che dobbiamo prendere il via e accogliere il primo lp di Colapesce, Un meraviglioso declino. Un ossimoro che si dispiega durante l’attento ascolto, ed esempio può esserne Un giorno di festa dove, al contrario di ciò che ci si potrebbe attendere dal brioso titolo, ci viene mostrato amaramente come “Festini porno e ruggine corrodono palazzi interi, brandelli di città, stipiamo l’oro sotto le macerie”. Lasciare fuori queste brutture, ripararsi da meschinità e grettezza, e assaporare il gusto del sentimento più intimo: così Restiamo in casa celebra l’esilio voluto e più gradevole, con un video che si avvale delle suggestiva animazione di Michele Bernardi a definire in immagini ogni piccolo passo narrato. Satellite ci guida in avvolgenti ed inebrianti torpori, resi da distorsioni e sottile synth in retroguardia; così come sulla stessa vena languida c’è Oasi, maliziosamente carezzevole e rarefatta. La struttura classica con ritornello incalzante si incastra perfettamente su Le foglie appese; mesta e più amara è Quando tutto diventò blu, dal titolo di una graphic-novel di Alessandro Baronciani, in cui dominanti sono paure, ansie e un asfissiante senso di solitudine. I barbari presenta un’intro composta da bassi e fiati, suoni predominanti in questa traccia che a metà resta come sospesa in un intermezzo di cori che si inseriscono quasi fossero entità esterne. La sola voce inizia La distruzione di un amore, la cui struggente mestizia è resa in versione acustica con l’ausilio del crescendo delle litanie dei violini; Sottotitoli ha poi il grande pregio di annoverare la presenza della splendida voce di Sara Mazo. L’arpeggiare di Bogotà rende un quadro volutamente bucolico, una traccia questa profondamente immaginifica terminante in un solenne e liberatorio canto.
Probabilmente questo disco lascierebbe distaccati se si trattasse unicamente di un registro di collaborazioni di tutto rispetto, se fosse composto meramente da arrangiamenti e testi realizzati in maniera accurata e scrupolosa così che il tutto venga a plasmare una creatura pulita e senza sbavature, quale essa è. Bensì tocca nel profondo perché manifesta e concretizza quel talento che fa oltrepassare semplici constatazioni su un pregevole lavoro di qualità, progredisce oltre il tecnicismo, e svela un moderno eroe neo-romantico privo di ogni ovvietà.
Credits
Label: 42records – 2012
Line-up: Lorenzo Urciullo
Tracklist:
- Restiamo In Casa
- Satellite
- La Zona Rossa
- Un Giorno Di Festa
- Oasi
- Le Foglie Appese
- Quando Tutto Diventò Blu
- I Barbari
- La Distruzione Di Un Amore
- Sottotitoli
- S’illumina
- Il Mattino Dei Morti Viventi
- Bogotà