What we are is secret – Low-Fi

Vladimiro Vacca Album, Recensioni Lascia un commento

Mi sono sempre chiesto il senso di band nostrane che scelgono il cantato in inglese e poi non valicano mai i confini della nostra Penisola. I Low-Fi sono la felice eccezione che risponde alla mia domanda. Questa giovane band partenopea ha avuto subito un approccio al progetto musicale in vecchio stile. Si è prima fatta le ossa con numerosi live in lungo e largo per l’Eeuropa, e con appena un Ep all’attivo dal 2010 ad oggi si è creata un notevole seguito per approdare al tanto atteso debut album What we are is secret. Un disco perfetto nei testi e nei suoni. Il loro sound non inventa nulla, attinge molto dal post-punk e dal glam-rock attraverso il sublime collante del synth. Ogni traccia è una finestra malinconica su uno spleen permanente. Brani come Somenthing e la title-track What we are is secret (dove spicca la voce di Alessandra Gismondi dei Pitch) sono perle nere che starebbero benissimo nei dischi dei migliori Placebo. Daylight è la hit dal sapore dance che non ti aspetti ma che ha un carico di adrenalina-ritmica da paura, che poi viene confermata anche in Dead Disco Syndrome #1. In Private Revolution affiorano i NIN ben miscelati al Duca bianco di Outside. Le ultime tracce sono una sequela di brani con uno spiccato senso della melodia che si avvalgono di interessanti collaborazioni con membri di band straniere come No more, Din [A] Tod e SexinSpace. Siamo davanti ad un debut-album molto maturo nei suoni e prodotto magistralmente da G. Fontanella dei 24 grana. What we are is secret è la prova che esistono ancora band con i piedi per terra che conoscono la gavetta e amano la musica che suonano. Un disco indipendente dal piglio internazionale.