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Amor Fou: un concerto non concerto

Amor Fou
un concerto non concerto
e il dispiacere


La band di Milano ieri sera aveva una data capitolina (Eclettica Festival) a segnare un pezzo di tempo di questa calda estate.
Chi segue gli Amor Fou sa bene quanto Roma sia per loro sempre meta lieta.
Purtroppo una città non coincide con le persone che in essa si muovono, magari organizzando (o non organizzando) una serata dedicata a dei concerti.
Vi riportiamo fedelmente le parole della band sulle dinamiche che hanno caratterizzato un set surreale finito con una brusca interruzione. A monte un lungo viaggio, intoppi vari durante il soundcheck. In fine il dispiacere. Già, perchè accadimenti del genere fanno male alla musica, offendono gli artisti, sottovalutano il pubblico.
Noi di LostHighways siamo vicini alla band, e auguriamo alla Musica tutta di godere di rispetto, cura, professionalità. Che la serata di ieri sia solo un estremo esempio e non l’alibi di cui si nutre l’improvvisazione.

“Qui Amor Fou. Scriviamo queste righe senza alcun intento di rivalsa ma per tutelare chi collabora con noi per la migliore riuscita possibile di dischi e concerti e soprattutto per scusarci con chi ieri ha speso sette euri per assistere a un festivalino che avremmo avuto il piacere di chiudere se a metà scaletta il nostro fonico non fosse stato aggredito verbalmente, minacciato affinché spegnesse l’impianto, senza alternative possibili se non chiudere il live in anticipo.

Eravamo stati invitati a suonare al festival Eclettica da Emanuele, Guglielmo e gli altri amici che fanno capo a quel fichissimo club che é Le Mura, il che per noi rappresentava una garanzia. Ognuno di loro é stato carino e disponibile come sempre, ma non é bastato.

Sin dal nostro puntualissimo arrivo presso la bellissima area dell’ex Snia abbiamo trovato una situazione a dir poco disorganizzata, palco da cablare, luci da montare con tecnici che si arrampicavano sulle strutture senza imbragarsi e piú di due ore di ritardo accumulato sul sound check, senza che qualcuno potesse prendere in mano la situazione.

L’unico cenno di vita di quella parte di organizzatori che non fa capo ai nostri referenti in loco (fra cui gli stessi baristi che ci proporranno di pagare l’acqua a metà prezzo perché suoniamo !) é la richiesta di smettere di fare il sound check a causa del troppo baccano.

Allibiti completiamo il soundcheck e torniamo in albergo, dove cucinano ottimo pollo alla piastra e i fagiolini spaccano. La radio passa Uberlin dei Rem e ci dimentichiamo completamente le magagne pomeridiane.

Saliamo sul palco dopo gli Eva Mon Amour, con duecento persone belle cariche ad aspettarci e attacchiamo il set, realizzando subito che i parametri del sound check non tornano, le casse funzionano male e il nostro fonico dovrà fare i miracoli. Ma fin qui nulla di nuovo. Da lí a breve peró la sensazione che qualcosa vada storto é forte, la gente si guarda stranita, sembra che fuori non arrivi un decimo della pacca che percepiamo noi. Pochi minuti e scopriremo quanto segue:

Dopo il quinto brano il nostro fonico Max viene avvicinato e minacciato da una serie di non identificate persone qualificatesi come organizzatori della rassegna (che dura piú serate e comprendiamo abbia organizzatori diversi a seconda delle band coinvolte). Gli viene detto che gli Amor Fou non suoneranno piú e intimato di abbassare il mixer per evitare che la rassegna venga interrotta (che non sia tutto in regola?) per colpa nostra. Una ragazza urla poi mette le mani sul mixer e abbassa il generale. Altre persone si avvicinano, rincarano la dose e alla fine costringono Max a spegnere l’impianto. Si fa largo anche un signore di mezza età che invoca l’esercito (giuro) e finge un coccolone. Da quel momento quello che la gente sentirà sarà il suono degli amplificatori e le spie di palco, ovviamente rivolte verso di noi. Cerchiamo di sdrammatizzare, io faccio battute infelici sul goal sbagliato di Di Natale, i preservativi e il sindaco di Roma, ma la gente ormai non sente nemmeno la mia voce quando parlo a bocce ferme. Suoniamo un ultimo pezzo, girando i monitor voce verso il pubblico e poi smettiamo, per evitare il peggio.

Ovviamente nessuno si prende la responsabilità dell’accaduto. I sabotatori spariscono e qualcuno parla di rogne fra chi ha organizzato la serata e lo Snia. Noi ci scusiamo col pubblico, parte del quale se ne va comprensibilmente svilito da questa scena di ordinaria indie follia.

Ci scusiamo con loro e con chi é rimasto a comprare i dischi e sdrammatizzare tirando due calci a un pallone. Torneremo a Roma, in contesti piú adeguati, a finire la scaletta. Sempre che non ci fermi l’esercito o i nostri fenicotteri chiedano l’aumento.

Rochenrol
Alessandro e Amor Fou”

Fonte: QUI

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