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Matteo Toni: Santa pace, i testi in anteprima

In occasione di questa anteprima, quando mi è stato chiesto di comporre un’introduzione ai testi delle mie canzoni, ero invaso dai riflettori all’idea di poter rendere ancora più gonfia e prelibata la cena dei futuri ascoltatori, con il miraggio di illuminare, e ancora di più. Ma tutto in un momento è bruciato l’occhio di bue. Nel silenzio totale ho udito una vetrata frantumarsi. Si sono abbassati capo e occhi a terra. La gente che si era fermata ha ripreso il proprio camminare in direzioni opposte e casuali, sui marciapiedi il brusio e i clacson hanno disperso la meravigliosa musica.
E me ne sono andato.
Telefonando ansioso a Gianni Martini, gli ho rivolto una domanda: “Cos’è il testo di una canzone, senza la sua musica”?
Matteo Toni

“Santapace interrotta! Parlavi senza musica e mi aspettavo avresti tartagliato. Da lì a poco – ‘da lì’ non è surreale come Dalì! – prendi i tuoi strumenti e accompagna le tue parole immagin-arie… Bravo, ora ti capisco… toctoc! Bob Dylan dov’è? Toctoc! Leonard Cohen? Ah! Buckley padre e o figlio comunque? My voice is noise! Noise is voice! Da-n-nati mai morti, in jam session perenne ricordando musica, dimentichi di strane parole incastrate nelle trombe auricolari… facili i ritornelli, lalala lalala, intervalli, per sospiri… piccole gocce di sudore dal peso di lacrima riempiono il fiume di sangue che pulsa e ha il ritmo del cuore… tumtum! Piccole le torce che nascondono volti e voci… come eco ti ricordano quanto dentro sei entrato nell’anima… ora vedi le tue parole cantate, vedi voci in un sogno nel quale ogni fiato ha il suo ritmo, inspira espira, aspira sospira… lasciamola vivere… mai spirare… respirare… hai in gola parole, è urlo o angoscia, felicità… libertà, libertà per chi muore… non è ancora canzone, lo capisci… mentre inspiri ed espiri… riesci a comporre l’accordo, l’accordo… e la morte non li separa; d’accordo!
Cos’è una canzone? Mai un testo o un tasto s-premuto! … o… la testa in un testo di un tasto… o… il cuore nella testa ha un testo per un solo tasto… ma vivremo nel tempo di quella canzone?”
Gianni Martini

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Santa pace, due parole si ergono come un castello costruito su una nuvola, a implorare una condizione quasi irraggiungibile, l’utopia di una piacevole e rilassante tranquillità, che dura solo pochi attimi.

Santa pace, due parole che ora identificano anche il nuovo disco di Matteo Toni.

Un’opera cantata per due soli musicisti che non a caso suonano seduti uno fianco all’altro, quasi a simboleggiare una calma apparente, chitarra slide e batteria. Un decalogo di canzoni, un viaggio fisico e mentale, dieci storie ognuna con un’ambientazione precisa, all’interno delle quali le liriche conducono l’ascoltatore verso una risoluzione che illumina sempre il sentiero della speranza, l’unico spiraglio per l’uomo alla volta della propria personale felicità.

Dieci brani indifferenti ad un minutaggio radiofonico, canzoni che si sono prese la giusta calma di svolgere il proprio cammino.

Santa pace, primo album ufficiale di Matteo Toni, esce il 12 ottobre 2012 ed è prodotto da Antonio “Cooper” Cupertino per Still Fizzy Records e La Fabbrica Etichetta Indipendente, e distribuito Venus.

Santa Pace: i testi in anteprima per LostHighways.it

1. BRUCE LEE VS. KAREEM ABDUL-JABBAR (Matteo Toni)

Autotreni letteralmente impazziti. Monossidi carbonio e uranio, e qualche altra merda.I pachistani vendono fiori e accendini, ai bordi di questa dannata autostrada.

Autobombe tipo videogame Frogger. Poteri alle lamiere e noi le rane spacciate. Non mi fanno ridere i filippini parkouristi, ora che tocca proprio a me cercare di non farmi ammazzare.

Saper fare un buon caffè non è cosa da tutti, e penso solo a quando vinse Bruce Lee contro Kareem Abdul-Jabbar.

Per fortuna che ho colto questi tulipani, gli stessi che mi mostrasti tu. Porto dentro il profumo delle orchidee, quello delle nostre notti a Bangkok. Per fortuna che mi salutan le tue mani, le sento come fossi già di là. Se solo mai questa maledetta autostrada riuscirò ad attraversar.

2. ISOLA NERA (Matteo Toni)

Se qualcuno mi sente vi prego venitemi a prendere sull’isola nera. C’è un miserabile volto che mi fissa e fuma seduto nel buio dell’ombra.

Se qualcuno mi sente vi prego portatemi via da quest’isola nera. Nella notte profonda al suono dell’onda continua a ripetermi ancora.

Hai rovinato tutto, sei riuscito a rovinare tutto quanto in un attimo. Scivoleremo giù nel lavandino, è come stringere la sabbia perché dentro te batte solamente un’isola nera.

Hai rovinato tutto, sei riuscito a rovinare tutto quanto in un attimo. Ci soffierà via un alito di vento, come granelli fra le dita che stringevano solamente un pugno sabbia nera.

Hai rovinato tutto, sei riuscito a rovinare tutto quanto in un attimo. Ci soffierà via un alito di vento, e quel tuo amore indelebile che se ne andrà via come le scritte sulla spiaggia nera.

Hai rovinato tutto
Sei riuscito a rovinare tutto quanto in un attimo
Scivoleremo giù nel lavandino
Tanto è come stringere la sabbia
Perché dentro te
Batte solamente un’isola nera

3. SANTA PACE (Matteo Toni)

Oggi non è come ieri. Indosso le mie scarpe migliori. Ho appeso alle pareti tutte le mie brevi vite, oggi sembra fatta apposta proprio per morire.

E godere il panorama, fino a dove il cielo è in accordo con la terra. A te che contieni e decidi dove inizia e finisce il mare, a te che deciderai di me.

Oggi va meglio di ieri, di quando teorizzavo geometrie infinite sui miei nei. La gente ha smesso di indicarmi le solite scorciatoie, perché infine a me non interessa un granchè arrivare.

Ma godere in santa pace, fino a dove il cielo si abbandona all’arancione. A te che contieni e decidi dove inizia e finisce il mare, a te che deciderai di me.

4. I PROVINCIALI DI NUOTO (Matteo Toni)

Anche se non hai appena eseguito la tua prima ruota, un passo elegantemente riuscito che eri appena bambina. Anche se non hai appena ricevuto i pentolini della cuoca, quante bontà di sassi, erba e fango preparavi meglio di chiunque altra.

Anche se non è come l’alba sui binari con i tuoi amici, quando arrivò il fischio del primo treno che annunciava l’Interrail. Anche se non è come quando hai veduto la prima volta l’oceano,
quando il sudore ti bruciava le labbra, ma in realtà stavi piangendo.

Come allora i tuoi occhi crollano nel gioco in cui domina chi è serio. Estemporanea sul tuo viso strabilia, meraviglia.

Anche se non è come tutte le volte che tua nonna ti raccontava, di quando tuo padre bimbo si ubriacò mentre sparecchiava. Anche se non hai appena guadagnato la tua grande vittoria, erano i provinciali di nuoto, ricordi che c’ero anch’io.

Come allora i tuoi occhi perdono nel gioco in cui vince chi è serio. La meraviglia sul tuo viso strabilia quando ti rivelo che

Tu hai tutto di me, tu hai tutto di me, tu hai tutto per te, perché a me non serve più a niente.

Tu hai tutto di me, tu hai tutto di me, tu hai tutto di me, fallo in pezzi e ricomponi nuovamente

Tu hai tutto di me e non c’è nulla di più importante. Tu hai tutto per te, perché a me non serve altro che il tuo stupore, incantevole stupore, meraviglioso stupore.

5. ALLE QUATTRO DEL POMERIGGIO (Matteo Toni)

L’uomo del mar dai lunghi dreadlock dice che arriva l’uragano. L’oceano si alzerà in punta di piedi, così dobbiamo restare qui, per ora non potremo partir dai Caraibi.

L’uomo del mar sorride al vento, butta giù un rum mentre ne vuota già un altro. Intaglio i nostri nomi su un tavolo di legno. In un istante esplode il tempo in cui sognavamo i Caraibi.

Sei così bella che il fondo del mar cerca i tuoi occhi per fare l’amore. Intorno a te, con suprema quiete, tutta la vita freme.

Alle quattro del pomeriggio, il cielo piano sta imbrunendo. Senza parole, il tuo sorriso mi sta chiedendo se anche domani restiamo qui a fermare il tempo dei Caraibi.

6. ALLE QUATTRO DEL MATTINO (Matteo Toni)

Figliolo mio non piangere. Vedrai che i tuoni non ci porteranno via. Mamma e papà sono la tua casa, in cerca di una nuova vita qui nel mar.

Amore mio non piangere, vedrai che i tuoni non ci porteranno via.
I nostri cuori erano alla deriva, ma ora hanno avvistato terraferma.

Figliolo mio sorridi perché tu sai che i tuoni non ci porteranno via. Mamma e papà tutta la tua casa, e non importa dove, importa solo che stiamo insieme.

7. FIDATI (Matteo Toni)

Fidati di me. Perché il mio giorno non comincia in cielo, ma è la tua luce la mia sola alba.

Fidati di me. Se canto come cicale nella notte senza azzeccare le parole giuste. Se quando sei con me tu non ti accorgi ti sfioro sempre con la coda dei miei occhi.

Sei giunta qui a illuminar le ombre. Fino giù pioggia bagnami. Perché il mio cuore non è nient’altro che un girasole che guarda verso te.

8. MELODIÀ (Matteo Toni)

Se non ce l’hai non avercela con me. Oggi o domani in città arriverà. Guardati un po’ come ti sei ridotto, senza più orgoglio, senza più dignità.

Comprarla hai provato al grammo, ma non hai concluso. E più la rincorri più si allontanerà. Ce l’hai davanti al naso, ma la senti lontano. E più la rintracci più lei sublimerà.

Ricordi quand’eri giusto in equilibrio, dimenticando della sua esistenza. Dritta al cuore dal vento scivola, non ci pensare mai alla Melodià.

Ma se scherzi con lei poi non piangere, quando esanime ti abbandonerà. E se non ce l’hai non avercela con me. Oggi o domani in città arriverà.

9. ACQUA DEL FIUME (Matteo Toni)

Da quando sei scesa giù al fiume, i fiori non fanno altro che pensare a te. Alle mattine in cui vi schiudevate insieme sulla piana verde che era la nostra età.

Da quando sei scesa giù al fiume, i panni alla fontana non asciugano più. Continuano a lavare quel coltello dal sangue, e dai racconti del terrore che adoravamo inghiottire.

Chissà se ripensi mai a quei giorni in cui eravamo liberi, come i carrelli della spesa che lanciavamo giù per la discesa.

Sei uscita senza prendere nè pane nè ribes, lungo il sentiero del bosco, ma che coraggio che hai. Sei uscita solo con un piccolo guscio di noce e una girandola la vela per arrivare al mar.

Chissà se ripensi mai a quei giorni in cui eravamo liberi, come quando nei vagoni dei treni morti ci scaldavamo vicini.

Chissà se ripensi mai a quell’estate che bruciava da morire, quando ci chiedevamo se ci sarebbe mai stata la fine dell’acqua del fiume.

10. IL CANTO DI VALENTINA (Matteo Toni)

C’era una volta lei, Valentina. Sei ormai donna, ma solo ieri bimba. Papà da sempre si chiede invano che mai sarà, ma perchè tu non parli nessun lo sa.

C’era una volta lei, Valentina. Candida e muta come nevicata.
E basta solo un tuo sguardo ad illuminare il viso di mamma, anche se non c’è più cibo sulla tovaglia vuota, perchè non c’è più cibo nella pancia vuota.

Poi ci fu quella volta a cambiar la vita, quando di notte decidesti la fuga. Tuo padre dorme nel suo letto ciondolante, ma lei ti ha sentita, e allora fu la tua anima a proferir parola, e allora fu la tua bocca a cantar parola.

Mamma porta pazienza, pazienza, pazienza. Il mio cuore sta seguendo un baglior. Ogni mio gesto è speranza, speranza, speranza, almeno fino alla fine di questa canzon.

C’era una volta il canto di una donna. Le sue poche parole furon lacrime prima, ma poi pian piano gocciolarono e riempirono la tavola vuota, perchè l’unico cibo ora è il canto di Valentina.

L’evidenza non è sempre tutto ciò che sembra. Più di quanto immagini io vi ho amato. Mamma lascia che corra per le strade della vita. Ora lo sai che tutto questo è amor, almeno fino alla fine di questa canzon.

Info
www.matteotoni.com
www.facebook.com/pages/Matteo-Toni

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