Off the Beat – The Charlestones

Alessandra Gabola Album, Recensioni Lascia un commento

Il termine inglese beat indica qualcosa di ritmico, come le pulsazioni cardiache, qualcosa di cadenzato e armonico. A esso si sono legati movimenti artistico-letterari come la Beat Generation ma anche musicali come la Beat Music. Quest’ultima nasce in Inghilterra negli anni sessanta ed è la musica dei primi Beatles: chitarre predominanti e ritmi semplici, orecchiabili, immediati.
Ed è proprio a questo mondo che si ispirano The Charlstones, che tutto sono tranne che off the beat, inteso come genere musicale ma anche proprio nel senso letterale di ritmo.
Il loro nuovo disco è fresco, vivace, molto british e molto sixty. Al primo ascolto colpisce per la freschezza e la vivacità, al secondo inizi ad apprezzarne la costruzione ritmico-melodica, al terzo stai canticchiando, battendo i piedi a ritmo di musica. È un album semplice e complesso nello stesso tempo, giovane e maturo.
Beatlesiani nel look e nel ritmo, The Charlestones hanno messo insieme dieci tracce quasi perfette, sulle quali hanno evidentemente lavorato molto.
La title track è un brano dal ritmo vorticoso, con le chitarre assatanate e la voce di Mattia Bonanni piena di energia. Ma il meglio deve ancora venire perché il punto più alto lo si raggiunge con canzoni come Love is a Cadillac, Energy e con quelli che sono i tre piccoli capolavori del disco: She was a Firework e Eager Beaver e Let it All Hang Out, i brani più beat in assoluto. Divertente e originale l’idea di sdoppiare Eagar Beaver con la sua Reprise, in cui si riprende appunto la struttura ritmica del brano e il suo ritornello.
The Charlestones hanno fatto proprio un genere musicale del passato, assorbendolo, rendendolo attuale e soprattutto riportandoci un po’ della beata spensieratezza.

Credits

Label: Moscow – 2012

Line-up: Mattia Bonanni (voce, chitarra) – Matteo Peresson (chitarra, basso) – Gian Marco Crevatin (chitarra) –Federico Pellizzari (Batteria) (batteria)

Tracklist: