Prendete due dosi de Il Teatro degli Orrori (Giulio Ragno Favero e Franz Valente), una dose di A Toys Orchestra (Enzo Moretto), una dose di Afterhours (Rodrigo D’Erasmo), un pizzico di Marina Rei, un po’ di Gatti Mézzi (gruppo jazz pisano) e mescolate il tutto con la voce, la chitarra e i testi degli Zen Circus: il risultato sarà una miscela esplosiva intitolata Il testamento, album solista di Andrea Appino uscito il 5 marzo 2013 per l’etichetta La Tempesta. Il 18 febbraio 2013 è stato pubblicato il primo singolo, ossia Che il lupo cattivo vegli su di te, accompagnato da un videoclip diretto da Stefano Poletti e diffuso in esclusiva dal sito di Vanity Fair e il 4 marzo è stata scelta come data per dare la luce al secondo singolo estratto dall’album, La festa della liberazione, con un video suonato dal vivo all’interno di una delle cave di marmo di Carrara, vicino al paese di Colonnata.
L’album è sostanzialmente un concept su famiglia, ego e schizofrenia e si compone di quattordici brani a metà tra folk, hard rock e alternative rock prodotti con Giulio Ragno Favero. Un disco che per Appino è: “la totale liberazione dei miei dolori più profondi, la vera e difficile storia della mia famiglia usata come veicolo per una terapia di gruppo, necessaria e a tratti violenta”.
Si comincia con il violino di Rodrigo D’Erasmo che stende la pergamena sulla quale Andrea Appino è pronto a scrivere Il testamento, brano dedicato alla vicenda di Mario Monicelli e del suo suicidio, ma anche un pezzo sull’importanza della scelta, compresa quella di morire, ma solo dopo aver scritto la propria storia (“ho scelto tutto quello che volevo fare/ ed ho pagato ben contento di pagare/ perché la scelta in fondo è l’unica cosa/ che rende questa vita almeno dignitosa”). Un crescendo a suon di batteria e chitarra che prepara al brano successivo. Che il lupo cattivo vegli su di te si presenta con il suono di una chitarra acustica per poi scuotere l’ascoltatore all’attacco di chitarra elettrica e batteria. Una sorta di ninnananna al contrario, dove il lupo cattivo veglia sui bambini per difenderli dai veri mostri che sono nascosti tra la gente che “impara, tradisce e poi ride in gran tranquillità”. Passaporto è un brano sul tempo che scivola via e prepara alla botta della successiva Lo specchio dell’anima, pezzo che spinge ad affrontare noi stessi, quelli che “non han capito mai la differenza fra la paranoia e la realtà”. Un brano nervoso, che travolge a suon di elettronica, quasi hard-core. Fuoco! e i suoi ritmi poppeggianti lascia il posto alla ballata folk La festa della liberazione. Un brano sulla famiglia, dedicato alla libertà e alla necessità di spiccare il volo per staccarsi dalle proprie radici, liberamente ispirato a Desolation Row di Bob Dylan. Questione d’orario (brano sull’esilio di una donna rimasta incinta di un uomo diverso dal marito) e Fiume padre (brano dai suoni pop e vivaci) lasciano spazio a Solo gli stronzi muoiono. Il brano prende spunto da una frase di Monicelli come risposta alla domanda “Non ha paura di morire?”, si finisce per parlare della morte e dell’odio attraverso sonorità cupe e incursioni elettriche. I giorni della merla si muove su vibrazioni più delicate, che contrastano con un testo drammatico sui mostri che si tramandano di padre in figlio. Tre ponti e Godi (adesso che puoi) ci mostrano ancora una volta il lato più pop di Appino, che lascia il posto all’hard core di Schizofrenia, brano che ci invita a guardarci dentro, ad affrontare i nostri demoni. L’album si chiude con la crepuscolare 1983 e il suo finale elettrico, quasi dance.
Erano tante le aspettative attorno a Il testamento e posso dire che sono state pienamente soddisfatte: Appino è riuscito a darci uno spaccato di se stesso diverso da quello ironico e pungente che ha mostrato con gli Zen Circus. Testi perfetti che mettono in evidenza il lato più intimo del cantautore pisano, arrangiamenti interessanti, registrazioni ben curate, ottimi compagni di viaggio: elementi che rendono Il testamento un album che non può mancare nella vostra collezione!
Credits
Label: La Tempesta – 2013
Line-up: Andrea Appino (voce, chitarra) – Enzo Moretto (chitarra) – Giulio Ragno Favero (mixer, basso) – Franz Valente (batteria) – Rodrigo D’Erasmo (violino)
Tracklist:
- Il Testamento
- Che Il Lupo Cattivo Vegli Su Di Te
- Passaporto
- Specchio Dell’Anima
- Fuoco!
- La Festa Della Liberazione
- Questione D’Orario
- Fiume Padre
- Solo Gli Stronzi Muoiono
- I Giorni Della Merla
- Tre Ponti
- Godi (Adesso Che Puoi)
- Schizofrenia
- 1983
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