Il quarto disco dei Santo Barbaro si chiama Geografia di un corpo ed è il risultato di una sessione “conserva” nella quale tutti e nove i musicisti hanno messo un po’ di loro stessi suonando, assieme, in un’unica stanza. Il disco è stato registrato in presa diretta e nella fase di mixaggio sono stati lasciati appositamente gli errori di esecuzione per concedergli il valore aggiunto dell’immediatezza non smussata.
Geografia di un corpo nasce da un concetto ben preciso e la sostanza viene espressa da Pieralberto Valli in un flusso di parole solo apparentemente inestricabile. In un rimando immediato alla punk new wave dei Joy Division e alle rivendicazioni urlate di Ferretti (versante CCCP) irrompe il primo brano Lacrime di Androide. Dagli avverbi di negazione di diverse strofe come “non ho mai amato e me ne guardo bene” o “non credo agli uomini ma agli eventi” s’avvertono i dossi, le contraddizioni, il percorso non lineare di cose terrene e non. Quelle che talvolta rimangono a mezz’aria come le emozioni, quelle che ci compongono come sudore, sangue, caviglie. Si indugia tra crepe in Pavlov, si scende in profondità con chitarre assillanti e strappi sintetici che anticipano sonoricamente “riflessi condizionati” tra corpo e mente. Poi il Cosmonauta risale, lentamente, dalla voragine in cui si è perso, lungo il perimetro di qualche pianeta lontano. Allucinato e cullato da un carillon l’esploratore prende il largo tra i campi magnetici. Nel disco ci sono salti tra orizzonti opposti: ed ecco, dunque, Zolfo che trascina in tutt’altra dimensione di ballata distorta dove le ginocchia si flettono e si respira accanto alla solitudine. Il malessere, poi, viene preso d’assalto dal synthpunk di Corpo non menti: un titolo come verità. La languida oscurità di Ti cammino dentro assorbe tutte le distanze fisiche e banali, la sua melodia si fa scivolo verso la poesia, l’anello di oceani e fantasmi, treni e cieli. Inquietudine, quella dei Santo Barbaro, attraversata da nervosismi sonori, alternata da colate di serenità sussurata ed estesa in crescendi sonori “chiedimi come sto/come un albero tra gli alberi/non credo agli uomini ma vado avanti”.
Senza dubbio alcuno, il disco dei sondatori degli opposti, anzi dei complementari.
Credits
Label: diNotte Records – 2014
Line-up: Pieralberto Valli (voce, chitarra, pianoforte, batteria) – Franco Naddei (synth, elettronica) – Michele Camorani (batteria) – Matteo Teio Rosetti (batteria, voce) – Diego Sapignoli (percussioni) – Lucia Centolani (percussioni) – Francesco Tappi (basso) – Roberto Villa (basso) – Michele Bertoni (chitarra) – Giuseppe Righini (voce)
Tracklist:
- Lacrime di Androide
- Pavlov
- Cosmonauta
- La necessità di un’isola
- Zolfo
- Corpo non menti
- Finchè c’è vita
- Ora il presente
- Ti cammino dentro
- Tra gli alberi
- In memoria di nessuno
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