Un musicista di strada. Un giovane uomo, dalla chiara fisionomia nordeuropea, se ne va in giro con la sua chitarra in un Paese che non è il suo ma che sente evidentemente molto vicino. Arriva in una nuova piazza e inizia a suonare, intonando le prime parole di una canzone in italiano con un buffo accento che stravolge un po’ le parole ma che trasmette una dolcezza che pervade tutte le canzoni che ascolteremo.
Quel giovane uomo arriva dalla Norvegia 13 anni fa, iniziando in Italia una nuova vita fatta di musica e di collaborazioni artistiche particolarmente prolifiche. Si chiama Terje Nordgarden e lo scorso 22 novembre ha pubblicato, con la co-produzione artistica di Cesare Basile, un album molto interessante, Dieci. Come i brani che lo compongono e come gli artisti che Terje ha deciso di omaggiare. Si perché questo è un disco di cover, di reinterpretazioni che attinge al mondo dell’indie italiano, ma non solo. Infatti se da un lato ci sono Marco Parente (La mia rivoluzione), Paolo Benvegnù (Cerchi nell’acqua), Marta sui Tubi (L’abbandono), dall’altra ci sono artisti come Grazia Di Michele (Dove mi perdo), che sembrerebbe lontana dal mondo della musica indipendente. Decidere di realizzare un disco di cover richiede già di per sé una buona dose di coraggio, scegliere poi brani così connotati e legati ai loro autori come quelli che ha scelto Nordgarden è davvero un gran rischio. Lui si avvicina agli originali con grande rispetto, senza stravolgere, anzi riuscendo a coglierne gli elementi essenziali da un punto di vista melodico e interpretativo. Alcune canzoni vengono esaltate dai nuovi arrangiamenti guidati da un sound che si avvicina molto al rock americano più classico con i suoi ampi giri di chitarra. È il caso di Cerchi nell’acqua di Benvegnù. Altri pezzi vedono invece accentuata la componente evocativa come Invisibile di Cristina Donà, che nella versione di Nordgarden riesce ad essere ancora più minimale ed emozionante. Ci sono poi delle belle sorprese come La realtà non esiste di Claudio Rocchi, con il suo ritmo cadenzato molto Procol Harum oppure la versione quasi western de La canzoni dei cani di Cesare Basile.
Dieci si è rivelato un lavoro davvero interessante su più livelli, che si conoscano o meno gli originali. Anzi molto spesso ha il merito di avvicinarti a pezzi che altrimenti non avremmo mai ascoltato
Credits
Label: GDN record / Audioglobe – 2013
Line-up: Terje Nordgarden (voci/chitarre) – Marcello Caudullo (basso/tastiere) – Massimo Ferrarotto (batteria) – Cesare Basile (chitarre, ukulele & dulcimer) – Luca Recchia (tastiere) – Tazio Iacobacci (banjo) – Paolo Benvegnù (assolo)
Tracklist:
- Non è la California (Iacampo)
- La mia rivoluzione (Marco Parente)
- Invisibile (Cristina Donà)
- La canzone dei cani (Cesare Basile)
- Miele (Paolo Mei e il Circo d’ombre)
- L’abbandono (Marta sui tubi)
- Dove mi perdo (Grazia Di Michele)
- La realtà non esiste (Claudio Rocchi)
- L’invasore (Andrea Franchi)
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