La Maison è una giovane band livornese che a breve giungerà alla pubblicazione del suo primo album. L’esordio, marchiato Trovarobato, è un concentrato di forza e passione, declinata in tutte le sue perversioni e malattie. Nati come BrondiBros in quel di Londra, in questa intervista La Maison ci racconta con fare picaresco ciò che è la sua musica.
In anteprima per LostHighways.it il video del primo brano estratto dall’album: Frankie. Tutto può accadere a La Maison, tra ritmo e follia.
(Foto2 Jessica Bartolini; foto3 R.Amal Serena)
Un circo grottesco in elogio alla follia: se dovessi descrivere brevemente la vostra musica userei queste parole. Dove nasce il fascino per questo immaginario freak e perverso?
Nasce alla Maison.
Dov’è La Maison? Da chi è vissuta?
La Maison si trova in Cassland Rd, Flat 67, E9, East London, ma anche in Via Santa Vigilia 4, a Livorno, in Via Calatafimi, Viale del Risorgimento… ed in ogni altro appartamento stuprato dai fratelli Brondi e soci e viene vissuta ancor oggi da quelle persone che abbiano davvero scambiato fegato e cuore con noi, per una o più notti… come diciamo noi, La Famiglia.
La follia della vostra musica trova forma in strumenti acustici e popolari, rendendo evidente il vostro essere profondamente buskers. Un approccio per voi fondamentale, frutto della scelta o semplicemente dell’esperienza, della vita?
Entrambe, all’epoca eravamo i BrondiBros, partiti con incoscienza per l’Inghilterra come un salto nel vuoto ed atterrati di schianto sui marciapiedi londinesi. La strada è stato il nostro primo teatro, ragion per cui sempre le saremo grati e sempre sarà individuabile nella nostra attitudine; tuttavia le cose cambiano, evolvono continuamente e ad oggi La Maison si concede al Busking tra palco e palco per puro ludibrio, il nostro vizietto.
Proviamo un azzardo: ditemi il nome di tre personaggi che sono vostri appassionatissimi fan.
Scaruffi, William Burroughs, Modigliani.
Frankie è il video che presentate in anteprima sulle pagine web di LostHighways. Si tratta di un ottimo biglietto da visita capace di offrire in poco più di quattro minuti le coordinate per collocare il vostro progetto artistico. Com’è nata l’idea del delirante banchetto?
Durante un delirante banchetto.
Frankie, il soggetto che ha ispirato il brano, è realmente esistito. Come lo avete conosciuto, e soprattutto… sa che un vostro brano parla di lui?
Mr Frank, che vi piaccia o no, era uno spacciatore che bazzicava la zona dei Cable Street Studios, eravamo amici ma non saprei dire con certezza come ci siamo conosciuti, come nei sogni si parte da metà della storia, nessun principio, nessuna memoria… non credo che Mr Frank ad oggi si ricordi limpidamente di noi nè tantomeno sappia che un pezzo de La Maison parli delle sue gesta.
Questo brano anticipa il vostro disco d’esordio. Ho avuto il piacere di ascoltarlo in anteprima ed apprezzarne la coerenza al limite della follia. Brani sghembi, tirati e sudati, schizofrenici e poi esausti, che si appropriano della forma “album” pur essendo nati per essere suonati sul lastricato di una piazza antica o sotto un tendone a righe bianche e rosse in un bosco. Alla luce della vostra natura, com’è stato affrontare il lavoro in studio?
Errata corrige, sfatiamo questo mito, le canzoni de La Maison non sono nate per esser suonate su alcun lastricato o tendone, e non son calibrate per alcuno studio.
Noi per primi non classifichiamo la nostra musica attribuendole un solo scenario.
Dopo aver lavorato in passato con Appino, ora Enrico Gabrielli, prolifico ed imprevedibile musicista e produttore musicale, vi ha accompagnato in quest’ultimo lavoro. Quali sono state le sue indicazioni e cosa è mutato di ciò che erano La Maison prima del vostro incontro?
Assolutamente niente, Enrico Gabrielli è stato il produttore perfetto, la sua grande intuizione è stata quella di cogliere il punto di forza della band nel “buona la prima”, “la presa diretta”. La scelta di registrare alle Officine Meccaniche e di assoldare Mr Taketo Gohara al mixer ci ha messo in condizione di renderla al meglio.
Nonostante le nostre suppliche, Enrico non ha messo mano a strumento o cambiato strutture ai pezzi, è come lo stregone guida durante la lisergica gita del peyote che si assicura che tu la viva fino in fondo e principalmente che tu non faccia troppe cazzate.
Ad oggi è la persona che ha più influenzato la Maison ed a cui siamo più grati e sempre lo saremo.
Echi ottocenteschi, tra cabaret e vapori di assenzio, l’odore pesante della polvere sopra drappi rossi in un arredamento kitsch, macchie di vino, sudore e sesso. Ma anche romanticismo, timori e delicatezze. Come si riescono ad equilibrare in un unico contenitore queste componenti che ho trovato nei dodici brani del vostro album in uscita a settembre? Non temete mai di mettere troppa carne al fuoco?
La Musica de La Maison riflette esttamente lo spaccato di vita de La Maison.
Con alcuna presunzione possiamo ben dire che non siamo mai stati noi a forzare tale equilibrio, ma questo si trova insito già esistente in ogni pezzo, credo che analizzando potremmo dire che l’istinto e la ragione si completano, si scopano, si graffiano, si esaltano.
Dove potremmo trovare il carro de La Maison durante questa estate?
Per adesso la carovana de La Maison punta dritto in Val di Sole, il 7/8, dopodichè sarà la volta di Ancona l’11/8, Bologna 13/8, Cesena 15 e 16/8 e poi… Settembre vedrà un’altra ricca infornata di concerti tra cui il più selvaggio Release Party di tutti i tempi a memoria d’ uomo, ma per sapere dove e quando dovrete tenervi aggiornati sulla pagina facebook de La Maison.
Frankie – video [ANTEPRIMA ESCLUSIVA LOSTHIGHWAYS.it]
Video in anteprima esclusiva per LostHighways.it per una settimana dalla sua pubblicazione.
Si ringrazia Trovarobato per la collaborazione.