Faccio una premessa: per anni ho fatto parte anch’io di quella schiera di polemisti incalliti che, con già alle spalle sofferte esperienze post-grunge, andava in giro a sbandierare la propria perplessità verso il nuovo filone cantautor-indiefono del nostro paese. Mi riferisco a tutti quei gruppi, o solisti, con una spiccata vena cantautorale ed un filo hipster, che, ultimamente, ci ritroviamo ad ascoltare (e a vedere) in tutti i luoghi e in tutti i laghi. La formula è semplice: forma canzone base, tanta melodia, testi così urbani e quotidiani da far breccia in ogni cuore di panna dello Stivale, e qualche guizzo di elettronica qua e là, che, si sa, con gli anni ’80 non si sbaglia mai. Calcutta, The Giornalisti, I Cani, Lo stato Sociale, per citarne alcuni.
Poi, è successo: in una bella mattinata di nebbia padana, mi sono ritrovata a spicciare la cucina canticchiando una canzone degli Ex-Otago. Così, all’improvviso. Probabilmente il bombardamento mediatico era riuscito nel suo intento, o forse, semplicemente, si trattava di un gran pezzo.
Ho approfondito ed il risultato è stato che Marassi, l’ultimo album degli Ex-Otago, io l’ho comprato.
E’ uscito il 21 ottobre anticipato da ben 3 singoli: Cinghiali Incazzati (il pezzo di cui vi blateravo pocanzi), I giovani d’oggi e Quando sono con te. Si tratta di un lavoro prodotto da Matteo Cantaluppi (producer anche dei The Giornalisti, Bugo, M+A), finanziato dai fan su MusicRaiser, scritto, realizzato ed impacchettato (con Garrincha Dischi) dal gruppo genoano che, per la cronaca, è insieme dal 2002.
E’ un album in cui, dichiara la band, si vuole raccontare il presente, partendo dal presente che, nel loro caso è rappresentato dal proprio quartiere, Marassi, appunto.
I testi sono immediati, ricchi di citazioni che portano ad un immedesimazione facile con le storie raccontate. Storie di vita comune, senza giri di parole o grossi filosofeggiamenti. Le melodie cantabili e mnemoniche (caratteristica innata ed immutata della band). Insomma, la formula vincente di cui sopra. Non c’è improvvisazione però: si percepisce misura e 14 anni suonati di sperimentazioni alle spalle.
Ci sono tanti synth, in più, questa volta: una bella aggiunta di elettronica (made in 80s) rispetto ai quattro album precedenti. Ascoltate La Nostra Pelle o Gli occhi della Luna, ad esempio.
Le chitarre non si abbandonano, comunque, in fondo, gli Ex-Otago nascono come un trio semi acustico: Stai Tranquillo, Mare, per fare due esempi.
Per riassumere: un disco che si ascolta piacevolmente, ben realizzato, asciutto ed immediato. Pochi fronzoli, storie semplici e contaminazioni synthetiche non proprio innovative ma comunque ben amalgamate. Un album con un filtro “myfair” per dirla alla instagrammiana maniera.
Comunque, io ho smesso di far polemica ed esser prevenuta: ascoltate “gli Otaghi” e magari ci riuscirete pure voi.
Credits
Label: Garringha Dischi
Line-up: Maurizio Carucci (voce, testi) – Simone Bertuccini (chitarra, cori) – Olmo Martellacci (sax, flauto traverso, tastiera, basso, cori) – Francesco Bacci (charango, chitarra elettrica, harmonium, cori) – Rachid Bouchabla (batteria, percussioni)
Tracklist:
- I giovani d’oggi
- Cinghiali incazzati
- La nostra pelle
- Stai tranquillo
- Mare
- Quando sono con te
- Gli occhi della luna
- Sognavo di fare l’indiano
- Non molto lontano
- Ci vuole molto coraggio
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