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Rennen è un disco istintivo: intervista a SOHN

sohn_in1Due anni fa l’album d’esordio Tremors di Sohn sbalordì pubblico e critica perchè con strutture melodiche elettro-pop dal sapore R&B e con la sua voce profondamente soul riusciva a creare atmosfere notturne che parlavano di introspezione esistenziale in maniera semplice e diretta. Sohn ritorna con un disco dal titolo in tedesco, Rennen, e ancora una volta si rivela denso di riflessioni interiori rispetto a questi nostri tempi malati. Siamo onorati di averlo intervistato per scoprire dettagli del processo creativo che l’ha condotto alla registrazione di questo secondo disco, di questo secondo capolavoro. (Si ringrazia Valerie Lynch della Spin-Go).

Come è nato il titolo del nuovo album? Un titolo che deriva dal verbo tedesco correre
Negli ultimi due anni, che mi hanno portato a questo disco, la mia vita è stata come una corsa, ed ogni decisione presa è stata veramente istintiva e dettata da una sensazione di pancia e passione. Quando è giunto il momento di registrare il disco ho provato a preservare lo stesso approccio. E’ stato un disco molto istintivo.

Quali sono le principali differenze a livello di suono tra Rennen e Tremors? E’ vero che in Rennen molte delle percussioni sono state realizzate a partire da oggetti di uso domestico come utensili da cucina, bottiglie di vetro, e addirittura dal pavimento e dalle pareti della tua casa?
C’è stato proprio un punto di svolta nella registrazione dell’album, ad un certo punto ho realizzato che ogni cosa doveva suonare pura e raffinata, così ho iniziato ad usare il suono della stanza molto di più. Mi sono chiesto perchè non registrare le voci dall’altro lato della stanza con un microfono ad una distanza di 3 metri per catturare dettagli come il suono derivato dai pavimenti e dalle mura. C’è un approccio più diretto in Rennen. Potremmo dire che in Tremors c’era più una cura dell’aspetto sinfonico del suono, in Rennen la cura si è spostata sulla sezione ritmica.

Qual è il principale messaggio nel brano Conrad? Possiamo approfondire il verso “I can feel it coming we can never go back“?
Sì! E’ stato scritto proprio quando il nostro mondo stava iniziando a fare marcia indietro riguardo le politiche di diritto respirando sempre più la xenofobia, la rabbia e la paura. Ho provato la sensazione (questo prima della Brexit e dell’elezione di Trump)  che ci stessimo dirigendo lungo un percorso dal quale sarebbe stato veramente difficile per la nostra società tornare indietro senza cicatrici.

Come è nata la collaborazione con Milla Jovovich per il video di Signal?
Milla aveva condiviso la mia musica sui social media, cosi le ho inviato un messaggio per ringraziarla. Ci siamo subito trovati d’accordo, finendo a parlare a telefono e tre settimane dopo avevamo realizzato questo video incredibile. E’ stata veramente una cosa naturale e spontanea ed io ho amato lavorare con lei.

Quale brano di Rennen preferirai eseguire nei prossimi concerti dal vivo e perchè?
Probabilmente Dead Wrong nella dimensione live ha un groove incredibile e sarà molto piacevole cantarla. Sarà un’esperienza intensa poterla eseguire con la mia band.

Cosa è la notte per te? Giusto tre parole per definirla… So che per te è una grande fonte d’ispirazione…
Solitudine, pace, introspezione.

Cinque canzoni della tua vita che potrebbero rappresentare il tuo recente cambio di vita (da Vienna a Los Angeles)…
Rocket Man – Elton John
Hyperballad Björk
Mecca – Wild Beasts
Fun times in Babylon – Father John Misty
Harbor – SOHN

Conrad – streaming

Signal – Video

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