Ritorna la band di Greg Dulli e realizza forse il suo capolavoro. Attraverso metafore oscure si parla di gioie, dolori e di sconvolgimenti dell’innocenza. Nel corso di una vita, ci sono costanti e cambiamenti. La memoria è il collante segreto per rendere unico il viaggio chiamato vita. Quel viaggio che ci descrive e ci portiamo dentro da quando nasciamo (Birdland) fino alla morte, ricercando una luce nascosta (Light as Father) in ogni giorno che trascorriamo con compagni di viaggio che restano sempre al nostro fianco o che perdiamo di vista. Questi temi sono affrontati nel disco In spades con quel suono sempre magico degli Afghan Whigs, dove si perdono le coordinate stilistiche, dove il punk si intreccia con l’hard-rock in atmosfere sinfonico-mistiche dal retrogusto soul. Oriole ha un climax irresistibile di rock impetuoso. Arabian heights è una danza sinuosa densa di arrangiamenti eleganti. Il piano che guida le atmosfere di Demon Profile è il marchio di fabbrica degli Afghan Whigs che non può mai mancare in ottica R&B. Il rock degli Afghan Whigs è abrasivo, è costantemente in tensione, pronto ad ustionare l’anima dell’ascoltatore. Reinventarsi per non arruginire è sempre stata una prerogativa di Greg Dulli e forse a questo giro cambiare pelle è servito a superarsi e celebrare degnamente una carriera pluridecennale. In spades è per chi crede che al tempo stesso il rock deve essere sporco, oscuro ed elegante per sopravvivere.
Credits
Label: Sub Pop – 2017
Line-up: Greg Dulli (vocals/guitar) – Dave Rosser (guitar) – Jon Skibic (guitar) – John Curley (bass) – Patrick Keeler (drums) – Rick Nelson (multi-instrumentalist).
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Tracklist:
1. Birdland
2. Arabian Heights
3. Demon In Profile
4. Toy Automatic
5. Oriole
6. Copernicus
7. The Spell
8. Light As A Feather
9. I Got Lost
10. Into The Floor
Link: Sito Ufficiale.