Il 5 Marzo 1943 nasceva Lucio Battisti, un altro nome da annoverare tra i grandi poeti italiani da far conoscere alle generazioni future del nostro Paese che, per dirla alla Battiato, è oggi più che mai sommerso da immondizie musicali.
Lo ricordiamo con un brano tratto da uno dei suoi dischi meno conosciuti. Parliamo di Abbracciala abbracciali abbracciati tratto da Anima Latina, pubblicato nel 1974 dall’etichetta discografica Numero Uno, come risultante di riflessioni ed esperienze di vita culminate nel viaggio in America Latina.
L’intento è quello di promuovere il Battisti più sperimentale e avanguardista, sempre pronto a rinnovarsi a favore della musica, considerata uno strumento per coinvolgere attivamente il suo pubblico e per fare da collante tra gli uomini.
A conferma di quanto detto riportiamo uno stralcio dell’intervista che Battisti concesse al giornalista Renato Marengo di Ciao 2001, a proposito di Anima Latina:
“La mia lunga permanenza in Brasile, in Sudamerica in genere, mi ha fatto prendere coscienza di un’altra dimensione della musica: musica come vita, come possibilità di stare insieme, di ballare insieme, di cantare insieme, di protestare insieme.
La musica brasiliana è una delle più vive oggi tra le musiche popolari del mondo; non ha perso la sua funzione che è soprattutto quella di consentire al popolo di esprimersi, di comunicare, di stare insieme. Soprattutto consente a chi è “in mezzo alla musica” di parteciparvi.
[…]
La musica naturalmente deve essere piena di respiri, di ritmi stimolanti, deve svolgere la prima operazione di coinvolgimento; una volta adempiuta questa funzione, la voce, i testi, debbono uniformarsi ad essa discretamente, essere amalgamati con gli strumenti, lasciare la possibilità a chi ascolta di scoprire sia la voce sia i significati dei testi.
[…]
Quando uno parla in mezzo agli altri, non urla, ma non tace neppure, e se la sua voce interessa a chi ascolta, viene individuata in mezzo alle altre, magari con un poco più di attenzione, con un pò di fatica. Questo ho fatto col mio ultimo long-playing: ho messo la mia voce in mezzo alla mia musica ed ho inteso stimolare gli altri a capire le parole, ad afferrarne il senso o la sola sonorità.
Ho inteso stimolare chi mi ascolta a fare attenzione a ciò che sta succedendo, a ciò che accade nel momento in cui si ascolta un brano non perché questo sia piacevole ma perché ascoltare significa qualcosa: e ascoltare con attenzione, magari rimettendo il disco daccapo perché non si è capito, magari facendo irritare chi non è riuscito ad individuare al primo ascolto una parola, è un’operazione stimolante, coinvolgente.
È il modo che ho scelto per comunicare con gli altri, per essere presente in mezzo agli altri, per essere io quello che dà il pretesto, lo spunto ad un’azione, ad un’operazione. Quale? Non l’ho programmata, altrimenti continuerei a dettare, ad imporre; mi considero uno stimolo, ognuno poi reagisce col suo metro, con la sua volontà, con la sua cultura, sia essa dotta o istintiva.”
Concludiamo questo ricordo celebrativo spiegando perché la scelta è ricaduta sul primo brano che apre quest’album capolavoro di Battisti, poco acclamato in passato ma oggi molto apprezzato dalla critica.
Abbracciala abbracciali abbracciati è un viaggio sensoriale di circa 7 minuti sui territori della musica latina, del prog rock e della world music; un percorso circolare che si apre e si chiude con ritmi più lenti, atmosfere evanescenti ed echi lontani, a rievocare il calore e il torpore di pomeriggi estivi e assolati. Nel mezzo un crescendo di sonorità che culminano in un’esplosione di synth, fiati e linee morbide del basso, come a voler riprodurre la vitalità e il folclore propri del popolo sudamericano.
Abbracciala abbracciali abbracciati è un cammino introspettivo, lo stretto abbraccio tra la parte più fisica e quella più spirituale che convivono in ognuno di noi o semplicemente l’unione di due corpi che portano a termine la più dolce delle fatiche.
Chiaramente ognuno ha una propria chiave di lettura, al di là delle reali intenzioni dell’autore, ed è forse anche un po’ questa la partecipazione del pubblico che Lucio auspicava.
Perciò buon compleanno Lucio, il regalo lo hai fatto tu a noi. Non resta che chiudere gli occhi, mettere i cuffioni e lasciarsi trasportare verso il centro dell’universo.