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Voyager3 torna al 2020 e lo fa con un nome tra i più osannati nelle retrovie dell’elettronica americana d’avanguardia, per così dire, e con un disco che segna un sicuro traguardo di maturità per l’artista in questione, trovando d’accordo larga parte della critica che conta. Con alle spalle una laurea in composizione elettroacustica ed elettronica e una militanza preziosa nella scena musicale di Long Island sin dai primi 2000, Dan Deacon costruisce una formula che traghetta la musica elettronica colta, esoterica per dirla con le sue parole, verso il dadaismo, la performance come puro gioco, sperimentazione e divertimento. Basta assistere a un suo live, dove lo stage è totalmente al centro del pubblico che si ritrova parte integrante dell’evento, per comprendere il suo approccio ludico e psichedelico alla musica. E questo Mystic Familiar non fa eccezione al suo modus operandi, proponendo una collezione di undici brani che non si prendono mai troppo sul serio, pur restando nell’alveo di riferimenti di primissimo piano (l’indietronica di Animal Collective e LCD Soundsystem, il minimalismo, la parodia colta del primo Brian Eno, l’estro rock degli Arcade Fire). Un sussidiario illustrato lisergico, coloratissimo e denso che resterà tra le produzioni più valide di quest’anno e forse anche qualcosa oltre.
GENERE: Indietronica, Neo-Psychedelia
PAESE: USA
LABEL: DOMINO (2020)