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Manuel Agnelli: La profondità degli abissi, il video

Manuel Agnelli

il lusso di un talento unico

che firma l’esordio solista  a 55 anni

Agnelli_solista

Sembra questo il dettaglio su cui concentrare le opinioni oggi: l’età del leader degli Afterhours. Cosa ci si possa permettere e cosa no a 55 anni. Davvero è così fondamentale? Quanto è bigotta, chiusa e ostile l’Italia? Quanto è facile e gratuito il commento, soprattutto sparato sui social? Quanta frustrazione dietro i monitor? Quanto la stampa di settore si ciba, cinica e inutile, degli articoli esca?
La verità è più semplice, limpida e diretta: un uomo libero e di talento, lucido e carismatico, osa, con il corpo, con le parole, con i suoni,con l’immagine in generale. Perché è tutta la sua ricchezza, tutta la sua inarginabile forza espressiva, canalizzata nella musica, furente e catartica.
Manuel Agnelli, protagonista di una carriera trentennale, esordisce da solista. Lo fa in grande stile, firmando due brani per il Diabolik dei Manetti Bros, in uscita il 16 dicambre.
La profondità degli abissi e Pam Pum Pam escono oggi e restituiscono un autore in stato di grazia, sempre oltre ogni previsione e aspettativa.

La profondità degli abissi è accompagnato da un video che ha il marchio dei Manetti Bros. Alle scene del film si alternano scene di una sala prove dove una band suona. Da sottolineare la presenza di Rodrigo D’Erasmo (Afterhours), Betarice Antolini e Vittoria Burattini (Massimo Volume).
Chi scrive, si lascia andare ad una metalettura assolutamente personale: il Manuel di oggi (il Diabolik di cui necessita) uccide metaforicamente (senza rinnegare, sia chiaro) il Manuel membro di una band. Una sorta di romantico omicidio artistico temporaneo, funzionale solo a mettere in evidenza un presente più essenziale, libero da ogni cliché del rock, inclusi quelli da lui messi in scena secondo precise scelte (microfono roteante, travestimento sadomaso). Il rocker che si esibisce, immerso in un mood industrial in cortocircuito con la dolcezza dei tasti bianchi e neri, tra vocalità morbida e in ascesa graffiante, dentro un’archittettura testuale dove le parole sono mescolate come una poesia nera ed estrema, è forse una voluta iperbole, la rappresentazione del rischio che corri se non hai il coraggio di percorrere strade per un altrove di sperimentazione che soddisfa la tua creatività. Non c’è rigetto del passato, ma semplicemente nuova forma: il Manuel che esce dalla saletta, con pantaloni e dolcevita neri,solo, solista.

Sembra che questo brano si muova dalla scia di Folfiri o Folfox (Qualche tipo di grandezza, Se io fossi il giudice) per percorrere direzioni altre e approdare in un regno nuovo, quello dove Agnelli detta la sua nuova legge.

Il rock non è questione di età. Il rock è questione di libertà.
Bentornato, Manuel! C’è solo da gioire quando un artista si dona in questo modo.

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