Per chi conosce la caratura artistica di Manuel Agnelli, dunque la potenza scenica, l’estro creativo, l’attitudine alla sperimentazione, la libertà di movimento tra molteplici canali di comunicazione, la capacità di avere una visione lucida e al contempo poetica sulla scena musicale e, in generale, sul sostrato culturale attraversato, un esordio solista in età matura non è affatto una sorpresa. Non è nemmeno una prova da giudicare. Piuttosto, Ama il prossimo tuo come te stesso è la naturale espansione di una personalità che ha insegnato al proprio pubblico l’etica della liberazione da qualunque recinto, incluso quello di una carriera trentennale nel regno d’oro degli Afterhours, una della band più rappresentative dell’alternative nostrano. Manuel Agnelli ha sempre cantato e raccontato la ribellione ad ogni gabbia nel nome di un fuoco interiore che spinge nelle direzioni più estreme, in apparente contraddizione ma pur sempre obbedienti alla fedeltà verso se stessi. Lo abbiamo visto, negli anni, alternare il furore rumoristico alla delicatezza delle melodie cercate sui tasti bianchi e neri o sulle corde delle chitarre imbracciate, circondato dai musicisti eccelsi che, mai gli stessi, hanno contribuito a nutrire il progetto Afterhours, il suo progetto. Lo abbiamo visto dentro, ma in qualche modo fuori, o meglio oltre, come è giusto che capiti alle menti e ai cuori che sono guide visionarie. Lo stesso passato di Agnelli ce lo ha già, in qualche modo, anticipato così come lo incontriamo oggi: un solista che fa la sua musica, quella che prima divideva nel gioco delle parti e adesso è, appunto, soltanto sua.
Ama il prossimo tuo come te stesso è un disco necessario, così sporco nella dolcezza che indossa, così violento nell’atto d’amore che è. A partire dal titolo, calato in un’ambiguità di senso, tra ironia e monito universale.
Nelle dieci tracce che lo compongono è calata una profonda riflessione sui sentimenti umani usando una chiave di ritrovata verginità artistica grazie ai tempi dilatati dell’isolamento del periodo pandemico. La vena della sperimentazione è esplosa lasciando emergere le varie facce del prisma Agnelli: l’invettiva caustica di Proci, in bilico tra mitologia e realtà; la delicatezza di Tra mille anni mille anni fa e della titeltrack; l’irriverenza ironica de Lo sposo sulla torta (Baby Fiducia e La sinfonia dei topi ne erano già state prova); il sarcasmo frenetico di Guerra e pop corn, in equilibrio tra contemporaneità e atmosfere tipiche di certi guizzi di Hai paura del buio?; l’inclinazione al jolly, alla canzone perfetta ovvero Milano con la peste, che concilia pathos e amarezza in una forma di verità sospesa tra nostalgia e conforto, concentrati in quel “Ma se non è stato mai non può finire”, così Agnelli racconta l’Amore, quello che la poesia sublima; l’abilità di una scrittura trasversale che incontra il cinema dei Manetti Bros ne La profondità degli abissi (David di Donatello e Nastro D’Argento per la miglior canzone); l’espressività furente del racconto rock puntato sulla tragedia storica della guerra in Ucraina in Severodonetsk, che riporta la mente agli umori di quella Male di miele divenuta inno di una generazione.
Manuel è autore, interprete e co-produttore dei brani. Ha inoltre suonato quasi tutti gli strumenti, alcuni insoliti e legati alla quotidianità (coperchi, catene, scatole di cartone, bidoni della spazzatura, bottiglie di plastica, sacchi da boxe ed altro ancora). Soprattutto il pianoforte, però, appare in primo piano perché sa raggiungere la melodia più struggente e il noise più disturbante, creando un ponte immaginifico tra classica e desiderio di destrutturare, qua e là anche grazie agli inserti degli archi. E colpisce l’uso della doppia batteria, una tradizionale e una di stampo tribale.
A lavoro quasi concluso sono stati inoltre coinvolti alcuni musicisti e produttori: Tommaso Colliva, Guido Andreani, Giovanni Versari, Lorenzo Olgiati, Daniele Tortora, Frankie e DD dei Little Pieces of Marmalade, Vaselyn Kandinsky, Rodrigo D’Erasmo, Fabio Rondanini.
Questo disco non rompe con il passato, ne conserva il frutto. Ci restituisce l’Agnelli deus ex machina degli Afterhours e lo spinge in un presente/futuro di insaziabile fame di avventurosa sperimentazione, fedele solo all’estro e alla libertà.
Credits
Label: Island – 2022
Tracklist:
1 Tra Mille Anni Mille Anni Fa
2 Signorina Mani Avanti
3 Proci
4 Milano Con La Peste
5 Lo Sposo Sulla Torta
6 Severodonetsk
7 Guerra E Pop Corn
8 Pam Pum Pam
9 La Profondità Degli Abissi
10 Ama Il Prossimo Tuo Come Te Stesso
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Signorina mani avanti – Video