Home / Editoriali / Identità musicale unica: Intervista ai Linda Collins

Identità musicale unica: Intervista ai Linda Collins

GPR51254Al secondo lavoro in studio i Linda Collins hanno confermato di essere un progetto italiano dall’ampio respiro internazionale. C’è ancora qualcuno nell’underground nostrano che ricorda cosa significhi produrre musica con un vero approccio indipendente. Choices è uno scrigno di preziosi dettagli sonici, un viaggio emozionale, raffinato ed elegante negli arrangiamenti. LostHighways non poteva non approfondire con la band la genesi di questo splendido disco, uscito per la storica etichetta Urtovox. 

Da dove arriva il titolo Choices?
Il titolo del disco prende il nome dal penultimo brano. Se Tied esplorava i legami tra persone, Choices attraversa delicatamente i momenti delle scelte, in tutte le sue forme, anche quelle più dolorose e dirompenti, non per forza scenografiche.

Quali sono le vostre influenze sonore?
I Linda Collins rimangono impegnati nel tentativo di coniugare punti cardinali apparentemente distanti sotto il segno di una identità musicale unica. Le nostre coordinate sonore rimandano a Sparlkehorse ed Explosion in the Sky, visioni diagonali vicine ai primi dEUS, ma anche esplosioni post-rock alla Mogwai, così come echi delle produzioni trip-hop di inizio millennio, a metà strada tra Arab Strap e Notwist. Gli ospiti esterni arricchiscono il nostro suono, portando influenze diverse, senza nessun condizionamento. Questo ha sempre rappresentato per noi un modo di arricchirci, di non sentirci legati a un genere o a un cliché.

Il vostro sound è ricco di dettagli e arrangiamenti particolari pur rintracciando una prevalente attitudine lo-fi. Un approccio apparentemente di sottrazione che però crea sbalzi di atmosfere notevoli grazie ad una sezione ritmica molto dinamica. Come siete riusciti a definirlo in Choises?
Siamo sempre molto concentrati sulla natura del suono, sulla programmazione, sulla cura dei dettagli. Un nostro modo per definire e sottrarre, ritornando sempre e comunque alla forma canzone. Non abbiamo strategie, cerchiamo un equilibrio lavorando incessantemente sui dettagli, i respiri fanno semplicemente parte di questo processo.

Parliamo delle collaborazioni di Jackeyed e Benedetta Sotgiu. In particolare dello strumento voce, come complemento aggiuntivo alle architetture soniche dei brani.
Da sempre siamo molto aperti, come produttori, nella sperimentazione delle voci. Jackeyed è, oltre che un artista incredibile, un potente manipolatore di suoni, molto abile a scardinare qualsiasi concezione della costruzione dei brani, per poi restituirla semplice e infallibile. Il suo imprinting per noi è fondamentale, magnetico.
Benedetta Sotgiu è una scoperta, arrivata praticamente per caso grazie a un passaparola. Pur giovanissima, ha una maturità di scrittura e di composizione notevole, ma soprattutto, al di là delle sue doti canore, ha una sensibilità fuori dal comune.
Da poco si è aggiunta al nostro collettivo Emanuela Canale, che ci accompagna nei live: è giovane e strepitosa, nel nostro prossimo lavoro in studio sarà sicuramente chiamata a portare il suo contributo.

Mi hanno colpito Black roses e Weapons. Parliamo anche della collaborazione di Neverwhere.
Michele (Sarda, ndr) è un caro amico, uno splendido e poliedrico musicista, molto aperto mentalmente, pieno di spunti e riferimenti culturali sempre molto interessanti. Difficile trovare un interprete che come lui riesca a entrare nel significato di un testo. I suoi progetti paralleli (The Wends, Neverwhere e New Adventures in Lo-Fi) fanno di lui un instancabile protagonista dell’underground da molti anni ormai.

Difficile introdurre i fiati nel rock, però la tromba di Ramon Moro è fantastica in brani come Sunbeams
Ramon gioca un campionato a parte. Sembra che per lui le note non siano 7, ma 700. Ormai a livello nazionale è uno dei migliori fiati in circolazione, ma soprattutto è un artista vero, di un’umiltà eccezionale. Abbiamo avuto la fortuna, dopo il suo apporto su Tied, di averlo ospite anche in questo disco. Per noi un onore poterlo ammirare in studio, oltre che dal vivo, quando possiamo coinvolgerlo.

Choises potrebbe essere una soundtrack di un film del passato? Se sì, quale?
Bella domanda. Forse potrei dire Lost in Translation.

Siamo nell’epoca in cui la conoscenza/scoperta di un artista avviene per le nuove generazioni attraverso i suggerimenti di affinità dalle playlist delle piattaforme di streaming. Dopo quale canzone di una band contemporanea vi piacebbe di essere suggeriti e perchè?
King Hannah. Credo che ad oggi rappresentino una vera e autentica novità, pur riprendendo suoni di anni ormai trascorsi, ma con stile, modernità, intuizioni.

Album – streaming

SUNBEAMS- video

Ti potrebbe interessare...

Elio e le Storie Tese - Natale in Trincea

La trincea del Natale: il geniale nonsense di Elio e le Storie Tese

Natale in trincea è il regalo che non sapevamo di volere, ma che ci mancava. …

Leave a Reply