Sfere di fieno ruzzolano all’ingresso della città deserta del Far West. Ognuno di noi si porta dentro il proprio Far West, fatto di spettri, assassini, ubriaconi, rapine e puttane. Per aprire la cassaforte della nostra banca interiore perduta basterà questo ultimo lavoro Douglas and Dawn dei Sacri Cuori. Un caleidoscopio di suggestioni rock blues che non hanno bisogno di costanti parole e voce per far sognare la frontiera. Mentre giravano come The Fatalists con Hugo Race, Antonio Gramentieri e Diego Sapignoli sono riusciti ad intrappolare tutto l’amore per il deserto americano che nutrono da una vita. Brani come Blind Hombre, House of dust, Gellers, Shawn potrebbero idealmente essere inclusi nelle colonne sonore di film di Sergio Leone. In Ground si sentono anche riferimenti floydiani che arricchiscono l’arcobaleno di emozioni del disco. In Chrome spunta la voce di John Parish, in Orbit il sax di James Chance ed in Blind Hombre e House of dust le chitarre di Mark Ribot, in molti brani udirete le percussioni di John Covertino e il piano, le chitarre e la voce di Howe Gelb: sono alcuni dei numerosi collaboratori illustri e talentuosi che hanno partecipato a questa epifania del vecchio West. Siamo davanti ad un disco rosso fuoco come il tramonto nel deserto per la forte capacità emozionale che riesce ad esprimere in diciannove tracce tutte strumentali. Un disco che sarebbe piaciuto a Sergio Bonelli ma anche ad Alessandro Baricco, che per musicare il suo racconto western di City forse non avrebbe scelto i francesi Air. Per chi ama il rock sporco di blues e alcol.
Credits
Label: Gusstaff Records – 2011
Line-up: Antonio Gramentieri (guitars, key, piano) Diego Sapignoli (percussions, drums, vibraphone).
Tracklist:
- 1. Blind Hombre
2. Gellers
3. Zorro
4. Orbit
5. Chrome
6. House Of Dust
7. Ground
8. Uno
9. Hidalgo Drive
10. Shelter From The Storm
11. Flatlands
12. Shawn
13. De Monde
14. Douglas
15. When I Stumble
16. Rosario
17. Here Anyway
18. Sister In The Fall
19. Confidence
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