Per inaugurare la nuova rubrica di cd di musica classica ho pensato di consigliarvi quello di un pianista che è stato un “appassionato” della registrazione audio – video, il grande Glenn Gould. Mi riferisco a quel disco contenente l’esecuzione delle Variazioni Goldberg di Johann Sebastian Bach.
Parlare di un’opera della musica classica non è così facile, soprattutto poi, se si tratta di incisioni che sono entrate nella storia della musica.
Cominciamo dall’autore del brano, Johan Sebastian Bach. Una volta un musicista mi disse: “c’è la musica e un po’ più su c’é Bach”. Cosa dire di più? Credo che, per i più pigri, wikipedia narri bene la sua vita e le sue opere!
Il brano inciso: Variazioni Goldberg BWV988.
Sì, un solo brano, ma che dura 51 minuti, almeno nella versione incisa da Gould nel 1981. Non vi spaventate, è vero, la sigla BWV988 rimanda un po’ ai nomi dati a quei pianeti lontani dal nostro Sistema Solare, ma non è altro che l’acronimo di Bach-Werke-Verzeichnis=Elenco delle Opere di Bach fatta dal musicologo austriaco Wolfgang Schmieder (1901 – 1990).
Ho pensato di proporre un tema e variazioni perché alle volte sento dire che la musica classica annoia, ma forse sentire un brano per ascoltare come viene variato, trasformato, cercando di ritrovare ogni volta il tema in ogni variazione, per poi scoprire, caso mai con più ascolti, cosa avviene “sotto”, può incuriosire e aiutare a capire e ad appassionare di più all’ascolto.
Trovo che ascoltare per comprendere, e intendo in generale, ogni cosa, sia davvero difficile, dovremmo esserne indirizzati fin da piccoli.
Le Variazioni Goldberg è un opera scritta per clavicembalo (uno strumento diffusissimo prima dell’avvento del pianoforte, al cui studio il conservatorio fa accedere dopo il diploma di pianoforte, e differisce da quest’ultimo per il fatto che le corde vengono pizzicate anziché martellate), ed è la più geniale composizione mai scritta per questo strumento, sia dal punto di vista tecnico, sia per la ricerca musicale e matematica.
Si narra che le variazioni furono composte da Bach per un bravissimo giovane clavicembalista di nome Johann Gottlieb Goldberg che le suonava per tenere compagnia al suo mecenate durante le notti insonni. Sono formate da un’aria e trenta variazioni e la ripresa dell’aria come finale, talmente ben strutturate da non avere uguali nella storia della composizione.
In seguito sono state trascritte per altri strumenti ed ensemble; qualche anno fa è stata anche realizzata l’incisione e l’esecuzione per duo di chitarre, dal duo tutto italiano Caputo-Pompilo.
Il pianista, come detto, è il canadese Glenn Gould (1932 – 1982), diventato una vera leggenda, e per alcuni un vero è proprio culto! Quest’artista, morto a soli cinquanta anni, dalla personalità davvero particolare, ha deciso di ritirarsi presto dalle scene per dedicarsi all’incisione e alle riprese audio-video. Ricordo che quando ero piccolo Rai 3 e poi Telepiù tre in chiaro trasmettevano qualcosa di musica classica, e dopo la scuola mi fiondavo a vedere i video di questo pianista. Per un giovane vedere ed ascoltare un interprete di tale livello è un vero toccasana per idealizzare il mondo della musica in cui anela ad entrare. Quando Gould suonava si lasciava talmente andare che non riusciva a stare fermo, si muoveva, si alzava, cantava delle parti del brano, sempre insieme a quella sua sedia pieghevole, cosi particolare, con i piedi regolabili singolarmente, alla quale non rinunciava in nessuna occasione. L’interpretazione coinvolgeva tutto l’uomo.
Di queste variazioni lui ne fece una prima incisione nel 1955, che poi fu anche la sua prima registrazione ufficiale, e poi un’altra nel 1981, che in queste righe vi consiglio di ascoltare.
La differenza delle due incisioni è da esplorare; per esempio, si può avvertire la differenza di uno studio profondo mosso dalla grinta della gioventù da quello dettato da una rilettura più attenta ed assorta. Naturalmente non voglio assolutamente dare ad intendere che l’una è meglio dell’altra, anzi, sarebbero da ascoltare in parallelo.
Nella musica classica non è raro che un interprete incida più volte uno stesso brano, poiché il continuo studiarlo porta ad una maggiore profondità di esecuzione e interpretazione.
Nel CD della Sony Music, quello della collana Masterworks Expanded Edition, si può gustare questa magnifica esecuzione che arriva dritta all’animo di chi ascolta, facendogli trovare pace e gioia, facendo scoprire un pianoforte che trascende dalla sua fisicità per farsi musica e piegarsi all’idea che l’interprete si è fatto dell’opera di Bach. Secondo me, conviene riascoltare più volte il CD, per seguire tutti i giochi polifonici che Bach fa fare alle voci che si muovono contemporaneamente. A questo, se si è in possesso di un buon impianto stereofonico, si aggiunge, rimanendone rapiti, Gould che intona quasi ininterrottamente una delle voci, mentre l’aria iniziale trasforma la sua armonia inanellandosi nelle trenta variazioni fino ad essere ripresa daccapo per il finale.
Questa è una delle magie delle incisioni di Gould, che per fortuna i tecnici non sono riusciti ad eliminare. Si sente il suo respiro, la sua voce uscire naturalmente come rapita da ciò che in quel momento sta suonando. Elementi splendidi che rendono l’esecutore uomo, interprete, non macchina o freddo artista che in una incisione non deve far sentire neanche che respira, come fosse un computer che esegue un brano attraverso un sequencer senza sbagliare una nota!
Ecco, se si riesce a farsi rapire da quello che è il pensiero di Gould, si arriva ad emozionarsi insieme a lui con questo brano che, sono certo, scalderà il vostro cuore e toccherà la vostra sensibilità.
Poi, quando l’ultima nota si spegne, all’improvviso, una sorpresa: si materializza Gould che parla della sua incisione, l’uomo che torna al centro dell’attenzione, l’umano che cerca di fermare un piccolo periodo della sua vita, un suo pensiero su un nastro, oggi cristallizzato in chissà quale formato audio e “fotografato” su un CD!
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