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Slave Vows – The Icarus Line

Di fragori e d’altri demoni, poi giù trascinati nei meandri spigolosi delle nenie, mantello oscuro del rock. Incuriosisce fin dall’inizio questo disco dei The Icarus Line, Slave Vows. Nel 2011 usciva Wildlife e dopo due anni troviamo questo lavoro dalle sonorità ambigue e ipnotiche. Una copertina nera con due figure luminescenti che si stagliano al centro. Una voce ferina alla Iggy Pop all’epoca degli Stooges si sposa con dinamiche sonore care al punk del ’77, Don’t let me save your soul e Marathon Man ne sono una prova lampante, nonchè eccitante. Eccitante sì, perchè questa è ricerca musicale tra le scartoffie del passato per creare taglienti e irriverenti brani dei tempi nostri. Il delirio tra le corde, la distorsione è un crampo allo stomaco, sale dal basso assieme a vagiti vocali, esplode. Dead body rende l’idea del dimenarsi rasente al collasso, bagliori e tremori, riverberi assestati nella danza macabra di un garage psicotico. Il blues ebbro, strisciante e corrosivo, acido negli urli, nell’eco che si protrae. No money music riesce ad avvicinarsi alla tensione metafisica progressiva di The mercy seat firmata da Nick Cave. “I’m coming home” graffi vocali su spire metalliche prodotte da strumenti infernali: chitarre zigrinate, salti ritmici che rendono il vuoto. È uno strazio addossato al risveglio che sarà prossimo. Quando un gruppo sceglie sanguinose ed esistenziali forme di linguaggio musicale. Buon ascolto.

Credits

Label: Agitate Records – 2013

Line-up: Joe Cardamone (vocals) – Alvin DeGuzman (guitar) – Lance (bass) – Aron North (guitar) – Ben Bellett

Tracklist:

  1. Dark Circles
  2. Don’t Let Me Save Your Soul
  3. Marathon Man
  4. Dead Body
  5. No Money Music
  6. City Job
  7. Laying Down For The Man
  8. Rats Ass

Link: Sito ufficiale

No money music – video

Slave Vows – streaming Spotify

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