“Come è possibile che fuori non ci sia più nessuno, che l’unico calore a portata sia quello di piccoli mondi privati che cambiano la nostra piccola vita privata ma lasciano intatte le contraddizioni.” Questa è Tifiamo rivolta, brano che apre il primo disco dei Katsushiro perso nel bosco, band milanese al suo esordio. Ed è una canzone che si impone immediatamente nelle orecchie e nella testa. Un’intro al pianoforte intensissima e coinvolgente e con un testo che suona come un vero e proprio inno ad uscire dalla propria dimensione privata, dalle proprie sicurezze e a mettersi in gioco per tentare di cambiare le cose, per tutti. È una canzone che ha il sapore della gioventù, della speranza e della positività e racchiude in sé un’idea di vita e di musica che permea tutto l’album.
Un disco carico di bellezza e poesia nel quale si riflette sul mondo contemporaneo sia attraverso uno sguardo lucido e immediato, sia attraverso le lenti della letteratura e dell’arte. Un album che sa essere diretto e colto nello stesso tempo, che cita e omaggia registi d’essai e poeti d’avanguardia ma che sa raccontare anche episodi a noi vicinissimi.
Katsushiro è uno dei sette samurai protagonisti dell’omonimo film di Akira Kurosawa, è il più giovane, quello più sprovveduto ma è anche uno dei tre che sopravvive alla battaglia. Si è perso nel bosco, vince… A lui e all’etica della lotta e della resistenza è ispirata Katsushiro perso nel bosco. Frammenti dei dialoghi dei film si mescolano ad un anonimo brano di lotta dei primi nel ‘900. Ma cosa rende possibile la lotta e la resistenza? L’amore è una delle risposte possibili. Che sia l’amore romantico di CF ispirata alla poesia di Stig Dagerman, o che sia l’amore fraterno, per gli altri, di Chas, dove invece si cita Boris Vian e la sua Schiuma dei giorni.
Fin qui, la letteratura.
L’attualità invece, ci colpisce in faccia con una canzone che invece emotivamente ci mette a dura prova: ThyssenKrupp. Una tragedia di cui si è parlato per giorni per poi dimenticarsene, un dramma, una strage che i nostri ci raccontano dall’interno. È l’operaio che brucia a cantare: “Sono io il corpo che brucia”. Quell’io però può e deve diventare tu, noi. Talvolta l’attualità e la poesia si incrociano come in Prometeo su Dresda. I bombardamenti sulla città tedesca nel corso della Seconda Guerra Mondiale vengono raccontati attraverso lo sguardo di chi sta bombardando e che da moderno Prometeo si sente invincibile.
La produzione del disco è stata affidata a Giuliano Dottori, la cui mano è evidente nella cura degli arrangiamenti, nella coerenza complessiva delle melodie per un disco che suona sostanzialmente indie pop con alcuni riferimenti musicali ben precisi. I Massimo Volume nel recitato di Tifiamo rivolta ma sopratutto i La Crus e il Dottori dell’ultimo lavoro, L’arte della guerra. Ma sono solo suggestioni, perchè questa band ha un’identità tutta sua, che viene dall’impegno, dallo sguardo lucido sul cuore e sul mondo. Siccome per i KPNB la musica è un prodotto collettivo e pubblico, il disco viene rilasciato in free download dalla piattaforma Bandcamp.
I Katsushiro perso nel bosco sono riusciti in qualcosa di molto difficile, ovvero scrivere un disco che parte dalla presa di coscienza di una situazione di crisi ma senza indulgere in essa, senza cercare scusanti. Ci dicono di non aspettare che la prossima cosa che facciamo sia quella giusta (Pratica) ma di agire ora. E ci offrono le possibili chiavi per farlo.
E riuscire a fare tutto questo, emozionando, senza essere superficiali e senza diventare banali, non è cosa da poco.
Credits
Label: Autoprodotto – 2014
Line-up: Giorgio Albani (batteria e percussioni) – Cesare Biratoni (chitarra) – Massimo Conte (voce e chitarra) – Alberto Moscatelli ( basso) – Leonardo Sala ( voce, piano, diamonica)
Tracklist:
- Tifiamo rivolta
- Katsushiro perso del bosco
- Lieve
- Pratica
- CF
- Il paesaggio di un lunedì qualunque
- Prometeo su Dresda
- Chas
- ThysseKrupp
- Considerazioni sulla crisi contemporanea
Link: Sito Ufficiale, Facebook, Free Download