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Geografia di un corpo – Santo Barbaro

recensione_santobarbaro-geografiadiuncorpo_IMG_201411Il quarto disco dei Santo Barbaro si chiama Geografia di un corpo ed è il risultato di una sessione “conserva” nella quale tutti e nove i musicisti hanno messo un po’ di loro stessi suonando, assieme, in un’unica stanza. Il disco è stato registrato in presa diretta e nella fase di mixaggio sono stati lasciati appositamente gli errori di esecuzione per concedergli il valore aggiunto dell’immediatezza non smussata.
Geografia di un corpo nasce da un concetto ben preciso e la sostanza viene espressa da Pieralberto Valli in un flusso di parole solo apparentemente inestricabile. In un rimando immediato alla punk new wave dei Joy Division e alle rivendicazioni urlate di Ferretti (versante CCCP) irrompe il primo brano Lacrime di Androide. Dagli avverbi di negazione di diverse strofe come “non ho mai amato e me ne guardo bene” o “non credo agli uomini ma agli eventi” s’avvertono i dossi, le contraddizioni, il percorso non lineare di cose terrene e non. Quelle che talvolta rimangono a mezz’aria come le emozioni, quelle che ci compongono come sudore, sangue, caviglie. Si indugia tra crepe in Pavlov, si scende in profondità con chitarre assillanti e strappi sintetici che anticipano sonoricamente “riflessi condizionati” tra corpo e mente. Poi il Cosmonauta risale, lentamente, dalla voragine in cui si è perso, lungo il perimetro di qualche pianeta lontano. Allucinato e cullato da un carillon l’esploratore prende il largo tra i campi magnetici. Nel disco ci sono salti tra orizzonti opposti: ed ecco, dunque, Zolfo che trascina in tutt’altra dimensione di ballata distorta dove le ginocchia si flettono e si respira accanto alla solitudine. Il malessere, poi, viene preso d’assalto dal synthpunk di Corpo non menti: un titolo come verità. La languida oscurità di Ti cammino dentro assorbe tutte le distanze fisiche e banali, la sua melodia si fa scivolo verso la poesia, l’anello di oceani e fantasmi, treni e cieli. Inquietudine, quella dei Santo Barbaro, attraversata da nervosismi sonori, alternata da colate di serenità sussurata ed estesa in crescendi sonori “chiedimi come sto/come un albero tra gli alberi/non credo agli uomini ma vado avanti”.
Senza dubbio alcuno, il disco dei sondatori degli opposti, anzi dei complementari.

Credits

Label: diNotte Records – 2014

Line-up: Pieralberto Valli (voce, chitarra, pianoforte, batteria) – Franco Naddei (synth, elettronica) – Michele Camorani (batteria) – Matteo Teio Rosetti (batteria, voce) – Diego Sapignoli (percussioni) – Lucia Centolani (percussioni) – Francesco Tappi (basso) – Roberto Villa (basso) – Michele Bertoni (chitarra) – Giuseppe Righini (voce)

Tracklist:

  1. Lacrime di Androide
  2. Pavlov
  3. Cosmonauta
  4. La necessità di un’isola
  5. Zolfo
  6. Corpo non menti
  7. Finchè c’è vita
  8. Ora il presente
  9. Ti cammino dentro
  10. Tra gli alberi
  11. In memoria di nessuno

Link: Soundcloud, Facebook, Sito ufficiale

Geografia di un corpo – streaming

Corpo non menti – video

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