Uno dei fattori che influenza in qualche modo le sonorità prodotte da un musicista è senza dubbio il luogo in cui queste vengono create. Luogo geografico, intendo. Penso che quei riffoni così scuri e pesanti non sarebbero mai nati lontani dai grigi sobborghi di Seattle, come, non so, tutte quelle belle chitarrine in levare forse avrebbero fatto fatica a crescere lontano dai mari caraibici.
Pensiamo quindi ad una provincia della Romagna, quella bassa, dove per metà dei mesi dell’anno ti ritrovi a respirare nebbia e, per l’altra metà, concime e graminacee. Riuscireste ad immaginarvi un luogo più newwave-postpunk di questo? Sempre che sia ancora concesso utilizzare l’aggettivo punk nel 2015.
E’ proprio nella provincia della Bassa Romagna, Ravenna per l’esattezza, che il suond dei The Doormen, aka, Vins Baruzzi , Luca Malatesta, Tommaso Ciuoffo e Andrea Allo Allodoli trova spazio. The Abstract [RA], terzo album del gruppo, è uscito pochi giorni fa.
Terzo album dicevamo, nel giro di un quinqueinnio: il primo è datato 2011, il secondo 2013.
The Doormen rimangono fedeli alle sonorità cupe, nebulose quanto teatralmente sognanti della loro wave: muri solidi e sinuosi di chitarre, ritmiche sfocatamente ossessive, vocalità drammaticamente toccante.
Non c’è via di uscita; della provincia, quella che ti cresce e che ti forma, non puoi liberartene, ed il suo peso si fa sentire tutto sulle tue spalle: Abstract Dream, traccia di apertura, ce lo ricorda attraverso una chitarra che grida in cerca di aiuto, ed una cassa incalzante quanto ossessiva. A long bridge between us ha un refrain di quelli che ti si piantano in testa per ore; il “no I don’t cry” ripetuto sul finale riuscirebbe a straziare anche i cuori di ferro. Like a statue ci fa riprendere un po’ di fiato con una botta al limite del brit pop anni 90, tra tastiere ed una voce che non tradisce neanche per un attimo la sua malinconia. Inside my orbit è una ballad dall’involucro tenero e poetico ma che all’interno cela tutto il suo graffiante spleen.
Insomma, se ancora piangete pensando al buon vecchio Ian Curtis, se avete già preso i biglietti per il prossimo live degli Interpol o se avete un bel po’ di nebbia ancora in circolo nei polmoni, beh, ascoltate questi reduci nostrani della wave, li apprezzerete.
Credits
Label: Autoproduzione
Line-up: Vins Baruzzi (voce – chitarra); Luca Malatesta (chitarra – voce); Tommaso Ciuffo (basso); Andrea Allo Allodoli (batteria)
Tracklist:
- Abstract dream
- A long bridge between us
- My vision
- Like a statue
- Kill me right now
- It could be you
- Through my bones
- Good people on my road
- Inside my orbit
- Technology
- Highway again
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