Mainstream – Calcutta

Maria Concetta Botrugno Album, Recensioni Lascia un commento

Calcutta, al secolo Edoardo D’Erme, è ad oggi sicuramente mainstream e, con lui, una sorta di ruffianeria dilagante mista ad una genuinità disarmante capaci di ingraziarsi teenagers e non. Queste sono le caratteristiche che sembrano emergere dall’ascolto del secondo album del cantautore romano dal titolo Mainstream. Ma gli ingredienti di questo disco sono anche altri, a partire dal timbro vocale, che lascia trasparire distacco ma anche insofferenza, per arrivare alle tematiche che ruotano attorno ai sette brani pop che compongono Mainstream (escluse le tre sperimentazioni elettroniche Intermezzo 1 e 2 e Del verme). Tematiche attuali in cui tutti si possono riconoscere, melodie orecchiabili per ritornelli e versi altrettanto di facile presa, talvolta strampalati, capaci di commuovere, sorridere e far innamorare. Basti pensare al ritmo cadenzato della batteria in Cosa mi manchi a fare e alla struggente voglia di scomparire in un abbraccio assieme alla persona amata, all’improbabile e bizzarra assonanza di Medjugorje con De Gregori in Limonata e alla dolce dichiarazione di intenti in “Vèstiti da Sandra che io faccio il tuo Raimondo” (Del Verde), dove le tastiere fanno da padrona. In chiusura il brano Le barche ricrea quel mood da cameretta, con le gambe incrociate sul letto e una chitarra tra le braccia come unica compagnia.
Insomma Calcutta non sarà di certo l’esponente più fedele di quella scuola romana a cui siamo tanto affezionati, ma con Mainstream ha comunque portato a casa un lavoro discreto e che si lascia ascoltare tutto d’un fiato, riuscendo a conquistare soprattutto la fetta di pubblico più giovane con il suo stile autentico e senza fronzoli.