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Tutto questo fa una band: Tortoise & Sam Prekop @ Locomotiv (BO) 19/02/2016

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E’ un bel venerdì sera di Febbraio e ancora una volta il Locomotiv Club di Bologna non delude riuscendo a portare in città i Tortoise, band di Chicago ben conosciuta dagli amanti del genere “sui generis”.
A pochi giorni dalla presentazione del nuovo album The Catastrophist, per la verità non unanimamente applaudito, la band si presenta sul palco bolognese per stupire e far emozionare i numerosi fan presenti.
Ad aprire il concerto troviamo Sam Prekop, leader della band The Sea And Cake di cui anche John McEntire (Tortoise) fa parte. Una performance molto interessante ma forse un po’ troppo lunga e monotona; un viaggio la cui unica strada è il suono modulare e le diverse possibilità di sintesi dello stesso.
Finito il viaggio, il tempo di spostare un paio di strumenti e fanno capolino i Tortoise fortemente acclamati dal pubblico.

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La maggior parte del concerto si sviluppa proponendo quasi tutti i pezzi del nuovo album in un mix di psichedelia, jazz, elettronica, ambient: una fusione di generi che su disco non rende così tanto bene quanto lo fa, al contrario, dal vivo. A partire proprio da The Catastrophist, primo brano dell’album omonimo e primo pezzo presentato durante la serata, un crescere intenso di musica e ritmo grazie alle corpose batterie di John Herndon e John McEntire, oltre al vibrafono elettronico. Una nota particolare che rende l’esibizione esaltante ed affascinante è proprio la presenza “al quadrato” di questi due strumenti che rappresentano la baseline di tutto il concerto. Due vibrafoni e due batterie suonano spesso contemporaneamente regalando forti emozioni come per esempio succede con Shake Hands With Danger.
Altra particolarità del gruppo americano è il turnover sul palco. A parte Jeff Parker, chitarrista (quasi) fisso, gli altri membri della band suonano tutti gli strumenti scambiandosi continuamente di posto; osservare la naturalezza nell’utilizzo di strumenti così diversi da parte di tutti i componenti della band è veramente entusiasmante.

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Il concerto va avanti sulle note di Hot Coffee e Tesseract, sempre facenti parte dell’ultimo album; non mancano però ritorni al passato che esaltano i fan più scatenati. E’ il caso di Preapare Your Coffin, in cui tutta la platea è coinvolta col battere di mani a supporto di chitarra e batteria, e Seneca tratto da Standards, fantastico album del 2001, probabilmente il pezzo di maggior impatto.
Dopo un unico ma imponente bis si chiude la serata, lasciandoci le orecchie fischianti ed emozioni vive.
E’ veramente intenso quello che si prova ascoltando gruppi del genere. Si riflette sul fatto che il solo disco non fa la band: occorre partecipare ai live, vivere le emozioni tra il pubblico, riconoscere le dinamiche sul palco, percepire il messaggio che un album ed un concerto vogliono mandarci. Tutto questo fa una band; a volte una “super-band”.

Gallery fotografica di Emanuele Gessi

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