Home / Recensioni / Album / Wait For Me – Snowpoet

Wait For Me – Snowpoet

Snowpoet - Wait for meAlla terza prova, se si include l’EP di esordio, gli Snowpoet, guidati dalla versatile e sicura voce di Lauren Kinsella e dalle tastiere eteree di Chris Hyson, mettono a segno un gioiello di pop sofisticato e sperimentale, che si approccia alla forma canzone con l’apertura mentale del jazz e il gusto innato per la ricerca. L’ardire vocale della Big Science di Laurie Anderson, la lirica armonica di Joni Mitchell, parentesi new age, break di sassofono jazz, recitativi assorti, sgretolamenti improvvisi, ritorni acustici, violini ancestrali, c’è un intero mondo nella sola traccia d’apertura Roots, che racchiude come in una involontaria ouverture le molte istanze dell’album. Si fatica a trovare coordinate e si arriva smarriti a The Wheel, col suo rituale magico di declamate formule che imbroccano un ritmo danzante in levare per un gruppo di coriste in serrato dialogo, raccolto dal solo cool di Josh Arcoleo al sax. A Chance To Hear The Rain è una strana ballata al piano sincopato interrotta da improvvisi fremiti e cambi di accento che rimescolano continuamente le carte, fino alla coda strumentale aliena e tremante. In un tempo rarefatto, dilatato, la voce di Kinsella si fa strada, con strofe di quieto racconto, verso le impennate di Sky Thinking, la sua epica misteriosa, che a tratti ricorda l’ultima prova di Bat for lashes, che si staglia contro i rombi e i crepitii di un cielo in fiamme. Un’ambigua filastrocca per bambini detta il tempo di FaceTime prima di spiccare il volo nell’incalzante ritornello, che ha un vago sapore di samba. Le note di Early Feelings attraversano la musica concreta con leggerezza invidiabile, scomponendo le trame armoniche in un ruscello di vagiti, singulti e sussurri, immersi nel flusso di un sognante violino e un piano ovattato, mentre il sassofono spaziale di Tiers disegna uno scenario mitico degno del miglior Vangelis. Un fraseggio di synth che rimanda al groove dei Manhattan Transfer regge le sorti di With You, aprendo una finestra sulla New York degli anni ’80, i suoi intrecci vocali, i suoi esperimenti variopinti. Here’s The Thing suona dolce come un vecchio standard swing, solo riletto al ralenty, con una tastiera atmosferica sontuosa e un violino di bucolica vibrazione a far da sfondo alle evoluzioni vocali di Kinsella, che nella seguente Burn Bright raggiungono vertici di lirismo commuovente, mentre modulano il morbido fraseggio dell’avvolgente ballata, rischiarata dalle fresche gocce d’acqua del sax soprano. La contemplazione della natura e della rinascita della fioritura da parte di un vecchio monaco giapponese viene declamata sulle esili onde orientali di Floating Practice, “And as the seasons change / He knows this may be his last / Every spring, he returns“. Ed è ancora un pezzo d’Oriente a risplendere nell’arpeggio sintetico di Wool Cotton Lace & snow e le sue altalene innevate dalle quali si lancia in vorticoso balzo un grido liberatorio come nei rabbiosi sax del free jazz, e a noi rimane quella sospirata sensazione di pacata serenità.

Credits

Label: Edition Records – 2021

Line-up: 

Lauren Kinsella (Vocals) – Chris Hyson (Piano, Synths) – Matthew Robinson (Piano, Synths) – Josh Arcoleo (Saxophone) – Dave Hamblett (Drums, except on With You) – Lloyd Haines (Drums on With You) – Alex Haines (Guitar) – Alice Zawadski (Violin)

Tracklist:

    1. Roots
    2. The Wheel
    3. A Chance To Hear The Rain
    4. Sky Thinking
    5. FaceTime
    6. Early Feelings
    7. Tiers
    8. With You
    9. Here’s The Thing
    10. Burn Bright
    11. Floating Practice
    12. Wool Cotton Lace & snow

Link: Sito Ufficiale Facebook

 

Ti potrebbe interessare...

powder_dry_24

Powder Dry – Tim Bowness

Sperimentare, osare al massimo nei dettagli estremi senza mai perdere di vista l’accessibilità “pop” dell’ascoltatore. …

Leave a Reply