Accadeva che l’Arte facesse riflettere, raccontando senza giudizio, perché talvolta il solo raccontare è denuncia, sdegno. Accadeva che l’Arte sapesse avere un ruolo sociale, fosse Musica, fosse Pittura, fosse Letteratura, fosse osmosi tra i suoi rami e contaminazione acuta. Accadeva che gli uomini sapessero fermarsi a guardare e capire, immersi nel quotidiano e al contempo astratti dalle contingenze, così astratti da domandarsi che direzione seguisse il comportamento dei singoli e di un’intera società. Accade che non ci sia più tempo per le domande. Accade che sia più semplice divorare il tempo e fingere di impiegarlo con virtù. Virtù presunta, costruita a tavolino dal potere delle occorrenze. Accede che giustificare il relativismo morale sia parte di una propaganda delle nullità a cui corpi privi di coscienze si abituano senza alcuna fatica. Accade che le azioni insane non si condannino. Accade che le azioni pulite non si lodino. E’ la nostra bella Italia del vuoto politico, del liberismo prostituito ai festini, del mercato dell’usato televisivo, delle solitudini da social network, del sesso che esalta la carne e scorda l’anima. Accade che poche volte l’Arte abbia la forza di farsi domande. Magari nel piccolo. Come nel caso di una band di Milano. Gli Amor Fou.
Di stile ne hanno. Nell’immagine e nei contenuti. Che piaccia o no. E hanno teste pensanti. Fanno della cultura uno strumento per mettere insieme semplicemente delle canzoni che possono essere fruite a più livelli, fino a quello più profondo. Hanno il coraggio di chiamare in causa il cinema neorealista e d’inchiesta, le lezioni di De Andrè e De Gregori, tenendo presenti i Baustelle e i Blonde Redhead, gli orizzonti di Morricone, la poesia di Sandro Penna. Fanno pop, lo sanno contaminare. Intuiscono valide melodie fuorvianti. Fuorvianti perché restano attaccate all’orecchio, ma sanno lasciare parole importanti, non vuote. Vuol dire che gli Amor Fou hanno ottimi testi. E nel caso de I moralisti (EMI, 2010) un concept profondo.
Si pongono una domanda: chi sono i moralisti? Se la pongono oggi, infilando in un disco personaggi reali, nati tra la metà degli anni ’50 e gli anni ’80, esempi di moralità positiva o negativa, punti di partenza per una riflessione sul nostro tempo, anche. Le storie singolari diventano occasione per guardare alla Storia, tratto peculiare di questa band fin dagli esordi (La stagione del cannibale, 2007). Dalla predestinazione del bandito Depedis (De Pedis) ai tormenti di una ragazza omosessuale (Anita), dai sensi di colpa di una madre (Le promesse) alle pulsioni di un prete attratto da un ragazzo (Un ragazzo come tanti), da un anziano emarginato (Il mondo non esiste) a Brunetta (a.t.t.e.n.u.r.B.).
Si dice che una band debba superare la prova del secondo disco. Per gli amanti dei luoghi comuni: la prova è superata. L’abbandono dell’elettronica, che ne ha segnato i primi passi, per svoltare verso suoni in chiave analogica ha permesso alla voce di Raina di spingersi e cercare un colore più netto. Si tratta di una band che ha un’identità riconoscibile e autonoma, complice anche il cambio di line up che include a pieno titolo Giuliano Dottori e Paolo Perego.
In un’epoca povera come questa, in cui anche la musica è semplice prodotto dal consumo facile e veloce, raramente le cose rimangono. Raramente i dischi hanno un senso e una bellezza persistente. Raramente hanno canzoni che sappiano essere tali. Raramente lanciano un messaggio. E gli Amor Fou lo racchiudono tutto nell’ultima traccia, che è un omaggio ai Comizi d’amore di Pasolini: i bambini recitano i versi di Penna… “Dacci la gioia di conoscer bene / le nostre gioie con le nostre pene”. La speranza è lì, nei bambini. Del resto qualcuno lo aveva sottolineato: i bambini ci guardano. Con loro viene esaltata la vita, innanzittutto. Perché è una possibilità.
Credits
Label: EMI – 2010
Line-up: Alessandro Raina (voce, chitarra) – Leziero Rescigno (batteria, piano) – Giuliano Dottori (chitarre, basso, seconde voci, tastiere) – Paolo Perego (basso, chitarra, cori)
Tracklist:
- Intro
- De Pedis
- Anita
- Le promesse
- Peccatori in blue jeans
- Il mondo non esiste
- Filemone e Bauci
- Cocaina di domenica
- Un ragazzo come tanti
- a.t.t.e.n.u.r.B.
- Il sesso degli angeli
- Dolmen
- I moralisti
Links:Sito Ufficiale,MySpace
4 commenti
Pingback: Un fiore sbocciato: Amor Fou@Galleria Toledo (NA) 15/05/10 : Lost Highways
Pingback: L’intelligenza di un pop contaminato: intervista ad Alessandro Raina (Amor Fou) : Lost Highways
Pingback: E’ accaduto a Roma, con gli Amor Fou : Lost Highways
Pingback: I ritorni: Amor Fou @ Covo Club (BO) 22/10/10 : Lost Highways