Regressione verso il blu del liquido amniotico di un sogno.
Regressione verso l’elfico sonno che suonava come un Ágætis byrjun (buon inizio).
Regressione… e l’anno 2007 si ricongiunge al 1999, proiettando in un flusso di suggestioni ed evocazioni il nuovo singolo degli islandesi Sigur Rós: Hljomalind, conosciuto già… ma col titolo di Rokklagið.
Basta un solo ascolto per ritrovare tutto l’eclettismo, la sapienza, l’attitudine alla sperimentazione, la manipolazione sonora tesa alla ricerca di dimensioni ovattate e dalla natura implosiva/esplosiva. Basta un ascolto a segnare l’incipit di un viaggio à rebours nelle foreste elettriche e deliranti dell’album capolavoro del ’99. Ágætis byrjun scandì un successo mondiale, tutta la storia della musica confluisce in dieci tracce, centrifugata e reinventata: jazz, psichedelìa, rock puro, elettronica. Variazioni sorprendenti, innescate da una gamma poderosa di strumenti sulla scia della dolcezza e dell’impeto. Una sovrumana sinfonia dell’umano creare. Da questo granitico eppur delicato passato proviene Hljomalind, e dallo stesso passato il b-side: una versione acustica della meravigliosa Stàralfur.
Il singolo anticipa due imminenti uscite per i Sigur Rós, previste per il 5 Novembre: il doppio album e un film documentario (live).
Il doppio album, Hvarf-Heim, nasconde una duplice anima: studio e dimensione acustica.
La prima parte, Hvarf, contiene brani inediti (Salka, Hljomalind, I Gaer) e una rivisitazione integrale di Von, contenuto nell’omonimo e visionario, angosciante primo album. La seconda parte, Heim, ripropone in chiave acustica brani estratti dai precedenti album e singoli (Samskeyti, Starálfur, Vaka, Ágætis Byrjun, Heysátan, Von). Ritorna l’eco del deliro di ogni svefn-g-englar (sonnambulo) tra i sentieri delle notti fatte di ritorni all’Io primordiale.
Il doppio DVD racconta l’ultimo tour in Islanda, intervallando spazi piccoli e spazi ampi sia live che legati al mondo della natura e della vita di un paese magico. Il titolo è Heima. Un insolito documentario che sarà presentato a Roma nella sezione Extra di Cinema – Festa Internazionale di Roma il 23 ottobre ore 19, presso l’Auditorium Parco della Musica, sala Sinopoli. Alla proiezione del film seguirà una performance semiacustica del gruppo. Il trailer è un anticipo emozionante di quanto gli occhi presto godranno. La dimensione live dei Sigur Rós è di totale sospensione dalla realtà. Flusso di immagini e suoni liberati da svariati oggetti tessono le trame di un vagolare sognante.
Gli Elfi sonori d’Islanda raccontano moti onirici in una lingua originaria, incomprensibile per amplificare le potenzialità dei suoni di cui l’umano sentire è capace, oltre il senso, oltre la semantica, oltre ogni sovrastruttura categorica. La parola codificata può morire “tra parentesi tonde” (( )) e può diventare colore, puro flusso sonoro di una lingua inventata (hopelandic). Le note liberate da una chitarra elettrica guadagnano un varco solo per la sapiente formula magica che disegna un archetto di violino.
Questa cura per la sperimentazione, per l’altrove compositivo senza argini convenzionali ha unito il percorso della band islandese e quello dei Radiohead.
I Radiohead ospitarono i Sigur Rós in alcune date del tour di Kid A.
Il coreografo americano Merce Cunningham volle le due band per un progetto di assoluta avanguardia: la pièce dal titolo Split Sides, che ha debuttato alla Brooklyn Academy Of Music di New York. La sera della prima le due band eseguirono, ciascuna, venti minuti di musica live senza averla provata con i ballerini (improvvisazione come dictat). Il risultato della performance dei Sigur Rós è contenuto in BA BA TI KI DI DO (2004), un intermezzo delirante, visionario ed estremo nella storia artistica di musici che sono ombre di un sogno.
Ancora nel segno della sperimentazione: il film surrealista Vanilla Sky ospita un brano di grande fascino. E… lo scrigno degli Elfi d’Islanda racchiude anche un originale capitolo di musica strumentale (Soundtrack 2002) ispirata da Hlemmur, documentario del regista islandese Olafur Sveinsson sugli homeless che vivono attorno alla principale bus station di Reykjavik.
Impossibile imprigionare i Sigur Ròs in una categoria, in un genere: dream pop, alternative punk, ambient…?
Testi e strutture strumentali sembrano provenire da un universo parallelo, misterioso, inquietante. Per chi ha voglia di entrare in un mondo indefinito, dove il corpo perde i propri confini e dilaga in pura commozione.
Heima Trailer
Del blu e dell’irrequieto altro da qui. Pura commozione: è vero.