“Mio padre in cantina costruisce una panca/immerso in un’ombra profonda/mio zio dietro casa dà il veleno alla vite/il cane piu in là si lecca le ferite/avrò cinque sei anni ed in mezzo al giardino/sono immerso fino al collo dentro a un catino/penso l’estate sia questa/stare in mezzo alla cose immersi fino alla testa.” Potrebbero bastare questi versi, solo questi versi. Potrebbero bastare queste sfumature tirate col dito che scivola sulla polvere magica delle matite colorate appena temperate, solo questa polvere della rimembranza.
Potrebbe bastare l’atmosfera diafana, scontornata da strumenti che creano danze di note… come al mattino, dopo aver sognato ciò che siamo stati, il modo in cui sapevamo racchiudere tutto l’immenso mondo nella percezione del grande nel piccolo. Potrebbe bastare chiudere gli occhi mentre queste delicate, semplici parole allineano il trenino di legno sui binari delle storie che la nonna sapeva ricamarci sull’anima, così in futuro ci sarebbe stato sempre qualcosa a non farla scucire… troppo.
E’ tutta qui l’Estate dei ricordi, del passato di bimbi dal gusto indimenticato che sa far volare ne L’aria misteriosa… misteriosa solo perché poi la riscopriamo ed è quella in cui sappiamo difendere, preservare una naturalezza e dolcezza che ci appar-tengono.
L’aria misteriosa è una musica che scandisce il tempo con semplicità, accuratezza. E’ un album di una band veneziana, Artemoltobuffa… che in questo 2007 ha fatto sbocciare le proprie canzoni nell’ Aiuola Dischi ovvero un’etichetta “piccola ma curata” che produce dischi… pop! Pop, sì. Quel genere che non è detto debba sconfinare con i ritornelli senza senso, per il solo gusto di far buchi nelle menti delle persone! Dallo scatolone dei giochi dell’Artemoltobuffa spuntano testi deliziosi, arrangiamenti che sanno accompagnare tutti i giri sulla giostra del “buono” che possiamo. L’anagramma è un girotondo delle possibilità, giusto? E… così… l’architetto di Artemoltobuffa è Alberto Muffato che gioca a disegnare (con parole e musiche) tutte le montagne blu che gli occhi “una volta” sapevano vedere, a inventare tutto il possibile per Lei: “Inventerei asfalto morbido da farti calpestare/e strisce rosa lungo le tue strade/… M’inventerei un tapis roulant lungo la nazione/per starti a fianco quando non ho fiato/trasformerei i marciapiedi in aeroporti/agiterei bandiere, per farti decollare/Inventerei un aspirapolvere al contrario/per inventare il vento ogni volta che t’incontro/inventerei una nuova specie di vernice/per cancellare l’ombra, ed ogni cicatrice” (Invenzioni). Potere del saper immaginare, potere dell’andare oltre la realtà… in una dimensione in cui le cose perfette sono possibili: ”C’è molto silenzio in giro/ma tu non devi temere/ora diamo la carica/a tutti i grilli/C’è molto buio in giro/ma tu non devi avere paura/arrivo io aggiusto tutte/le lucciole questa sera/Le allineo sull’erba/col cacciavite/le aggiusto ad una ad una” (Le rughe sulla fronte).
L’aria misteriosa è nell’attesa, anche di riscoprirsi… semplicemente. Alla musica non si chiede solo protesta, urla, rumore violento, sintassi elettrica, destrutturazione verbale e provocazione lirica ai limiti del criptico. Alla musica si può, si deve anche chiedere la sensazione lieve di un sorriso ri-destato dai sentimenti che nascondiamo. Alla musica si chiede di poter tornare a pensare che il mare sia davvero colorato, magari perché gli angeli si divertono a liberare ampolle di liquido di svariate sfumature di blu.
Alla musica si chiede di raccontarci un sogno. Una possibilità. L’amore nella sua concretezza nonostante i silenzi e le intuizioni: “poi le mani che hai/han dieci volte/il mio buon senso/gli occhi che hai/mi vedono attraverso/le mani che hai/hanno carezze contro i miei pugni/le gambe che hai/han tutto un altro passo” (L’aria misteriosa).
L’aria misteriosa non è per tutti. Non è per chi ha dimenticato… “Non fidarti ti prego della gente senza errori/di chi vuol dare risposte anche ai fatti misteriosi/di chi vuol veder le cose misurate, messe in ordine/perchè l’ordine è la fine, è un principio già di morte” (Se un giorno).
Credits
Label: Aiuola Dischi – 2007
Line-up: Alberto Muffato (testi, musiche, voci, chitarre, tastiere) – Massimiliano Bredario (chitarre, batteria, voci, suoni percussivi) – Gianluca Cucco (batteria) – Alberto Montesarchio (tastiere) – Emiliano Pasquazzo (basso)
Tracklist:
- Le rughe sulla fronte
- Invenzioni
- Estate
- Dove lei passa
- Lucciole
- Impiegata delle poste
- Tempo al tempo
- L’aria misteriosa
- Aranciata
- Se un giorno
Links:Sito Ufficiale,MySpace
“gli occhi che hai/mi vedono attraverso/…”Solo tu rintracci e vivi le parole come nessun altro. Bella recensione!
Il racconto del “sogno”, della “possibilità”. Come dentro alle note, alle parole. Grazie.