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Arti visive nella musica: Intervista a Pasquale Sorrentino (Pennelli di Vermeer)

A Napoli, c’è una band emergente, I Pennelli di Veermer, padrona diun rock originale che trae ispirazione dalle arti visive. La contaminazione è il loro motto. LostHighways che ama la sinestesia nell’arte non poteva farsi sfuggire l’occasione di intervistare il leader Pasquale Sorrentino all’Atellana Festival.

Partendo dal nome del vostro gruppo e dai testi di alcune vostre canzoni, quanto è importante attingere dalle altre arti (pittura, teatro…) da parte della musica?
Ti posso dire la verità… la nostra formazione è più basata sulle arti visive che sulla poesia e la letteratura. Quindi il 90% da cui attingo è la pittura, opere grafiche, scultura e installazioni. Sicuramente la storia dell’arte resta la mia fonte primaria d’ispirazione. In questa fase non penso di percorrere altre strade, e tra l’altro ho provato dapprima con la pittura e mi andata male e adesso ci riprovo con la musica.

Però ti riesce bene… (risate). E’ un po’ restrittivo dire che la vostra musica sia solo progressive? E’ una etichetta che ci sta stretta e francamente era partito come un progetto progressive ma alla fine il nostro rock è molto contaminato. Vi è una certa difficoltà a catalogarci.

Infatti sembrano pennellate di generi diversi buttate qua e là…
Ci ha provato qualcuno a definirci rock pittorico in una recensione e l’abbiamo preso come nostro spot ma alla fine ti posso dire che le etichettature sono tutte stronzate. A noi piace considerare la musica come un tappeto dove sovrapporci diverse idee sonore. Spesso riescono altre volte meno ma chi sene frega…

Ma si alla fine è importante esprimere la propria musica essendo se stessi…
Si, attualmente la nostra radice è nelle arti visive.

Com’è nata la cover di Princesa di F. De Andrè ?
Fare una cover è al 50% una mossa strategica delle etichette indipendenti. Quando si fa un EP ti chiedono di introdurre una cover perché dà visibilità e possibilità di partecipare a dei premi nazionali. Poi la scelta di De Andrè è stata determinata dal fatto che Fabrizio mi ha fulminato e anche da poco. Quel pezzo piaceva un po’ a tutti e ci siamo avvicinati in punta di piedi per il rispetto di un grande autore. Alla fine l’abbiamo totalmente stravolto il pezzo in chiave dramma-rock come ci piace definirlo tra noi.

Ma il bello di una cover è proprio stravolgere il pezzo è farlo rinascere con un vestito nuovo…
Si, il pezzo suona molto Pennelli di Veermer…

Cosa ne pensi di Internet, dal Myspace al peer-to-peer come strumento utile alla promozione di gruppi emergenti come voi?
Internet è lo strumento più democratico che attualmente esiste ma è anche un oceano immenso dove si possono incontrare molte difficoltà nel discernere la qualità e quindi è facile naufragare… è bella la citazione…questa l’avevo preparata, mi avevano già fatto questa domanda! (grasse risate).
Comunque io credo ancora nei canali tradizionali (radio, televisione) che purtroppo veicolano un certo tipo di musica che taglia un’altra parte a causa di certi format stabiliti, basti su linguaggi poco soggettivi. Ben venga MySpace che abbatte le distanze e ti permette di conoscere musica da tutte le parti del mondo.

Poi è bello il contatto tra fruitori ed artista e tra gli artisti stessi?
Si, è bello scambiare idee con altri artisti e non sentirsi soli e sentirsi appartenenti ad una rete. Comunque auguro ai gruppi che vogliono emergere di avere tanti passaggi radiofonici che sono quelli che portano tanti soldini e successo.

Quindi la vostra aspirazione è uscire dall’indie?
Per il momento ci piace fare la musica in cui crediamo, poi se alcuni network nazionali si innamorano di un nostro pezzo e lo passano a noi non dispiacerà ma sicuramente non scriverò Cuore Amore Sole… Ora stiamo lavorando ai nuovi pezzi ed è difficile mettere d’accordo cinque teste come noi e per il momento siamo concentrati solo su questo… andiamo in terapia intensiva insieme… (n.d.r. Ironico)

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Un solo commento

  1. Non si può che restare affascinati da questo dialogo e da una musica fatta di note e parole ispirate dalle immagini…aiuta a tenere a mente che in ascolto di un disco o di fronte ad un quadro, immersi in una poesia o in un film, ciò che conta è “sentire”, aprirsi al sentire.

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