Musica popolare? Il jazz? No, grazie, è roba vecchia e da vecchi. Preferisco il rock.
Quante volte l’abbiamo sentita questa frase? Beh, è di roba vecchia che voglio parlare stavolta e chi non vuole ascoltare può tornare dalle sue canzonette di plastica.
Del resto, ognuno è libero di pensarla come più gli piace ma forse non sa che le commistioni, gli esperimenti, le fusioni fra due stili spesso all’antitesi a volte producono piccoli gioielli.
Piccoli gioielli che spesso restano, appunto, poco conosciuti quando addirittura ignorati. In una città come Napoli, dove la scena jazz è sempre stata vivace e altamente produttiva e la canzone classica napoletana bene si prestava alle trasformazioni, questa commistione è un qualche cosa di quasi spontaneo ma che ancora meraviglia. Come l’odore del mare che a volte arriva fino ai quartieri collinari e stupisce chi lo annusa. Ma stupirsi di che? Del resto il mare è a due passi dal Vomero… Napoli non è solo pizza e mandolino ma anche un forte sentimento religioso, spesso pittoresco e popolare, che si manifesta nelle centinaia di processioni per vari santi e madonne inghirlandate e portate a spasso per i vicoli. A spasso a suon di musica, con le bande musicali che suonano brani spesso con armonie allegramente. Sono questi suoni che, nelle mani di uno dei nostri più capaci sassofonisti, si trasformano in spettacolari refrain, guizzanti tarantelle jazzate, malinconici ricami di note. Tutte queste creature, nate dall’incontro del Vecchio col Nuovo, le troviamo in Ex Voto, un bellissimo disco del maestro sassofonista Marco Zurzolo, un nome storico dell’ambiente jazzistico italiano.
Diplomato in composizione jazz al conservatorio e oramai di casa ai festival jazz di mezzo mondo, collaboratore di personaggi del calibro di Soloma Burke, Chat baker, Pino Daniele, non ha mai dimenticato le sue radici ed Ex Voto ne è la prova evidente. Fra le tante tracce in cui si annusano profumi di vicoli con un occhio all’Africa mediterrane, sono riconoscibili le marce suonate dalle bande durante la processione della Madonna Dell’Arco.
Un disco questo, in cui ci si immerge totalmente nei vicoli bui del centro ma, cosa rara per questi tempi oscuri, è un immersione senza timore, senza paura. Un viaggio nelle sonorità della Napoli dei colori e della devozione, delle bestemmie come semplice modo di dire, delle corse degli scugnizzi.
Senza voler dipingere il lavoro di Zurzolo con tonalità da cartolina, non si può non lasciarsi affascinare da Affacciatevi e calatece ‘nu fiore (si-mi-fa-sol), dal suo inizio di percussione e poi dall’incalzare dei fiati. Il basso accarezza le note del flauto di Zurzolo in Fujenti e ne descrive efficacemente la dolenza dei devoti e il loro correre massacrante mentre, ‘A mamma d’e grazie si fa ricordare per i ricami di note del sassofono contralto. Ed ecco ancora giorni di festa con Chi è devoto alla Madonna dell’Arco, dove si sente il vicolo e il mare, l’influenza dell’Africa vicina, la maestria di Zurzolo nella padronanza del suo strumento. Le note delicate di Canzone per Giulia e quelle incalzanti di Pe’tte Marì fanno da contraltare alle atmosfere che chiudono Ex Voto, una rivisitazione della classica O’Munasterio, del poeta dialettale del primo novecento Salvatore Di Giacomo.
Un disco non recente, che si perde nel tempo passato e che al tempo futuro strizza l’occhio con fare sornione, furbo e indisponente come il viso di Marco Zurzolo. Un lavoro che affonda le radici nella più profonda tradizione popolare e che germoglia fiori dai colori moderni del jazz mediterraneo. Un viaggio a ritroso, dal presente modificato della prima traccia omonima, al passato rivisitato dell’ultima.
Un bel disco. Un lavoro sapiente.
Vi si possono trovare le radici dimenticate ma, soprattutto, quello che troppo spesso mettiamo da parte in questi giorni frenetici. L’anima.
Credits
Label: EGEA – 2000
Line-up: Marco Zurzolo (sassofono contralto, sassofono soprano, flauto) – Banda M.V.M.: Vittorio Riva (percussioni) – Salvatore Piede Palumbo (fisarmonica) – Pasquale De Angelis (basso acustico) – Gianfranco Campagnoli (tromba) – Emidio Ausiello (tammorra, tamburello, darbouka) – Luigi Evangelista (oud-anfora) – Massimo Cusato (tammorra, tamburello) – Gabriella Grossi (sax baritono) – Annibale Guarino (sax soprano, sax tenore) – Giuseppe Di Colandrea (clarinetto, clarinetto basso) – Fulvio Di Fuccia (tromba) – Ospiti: Enzo Moscato (voce su ‘O Munasterio)
Piero Leveratto (contrabbasso su Canzone per Giulia e Fujenti)
Tracklist:
- Mamma vita mia
- Ex- Voto
- Canzone d’o tiempo perduto
- A’ mamma d’e grazie
- Affacciateve e acalatece ‘nu sciore
- Fujenti
- Inno alla Vergine
- Oi Maronn ‘ffacce ‘a grazia
- Canzone per Giulia
- Chi è devoto alla Madonna dell’Arco
- Pe’tte Marì
- O’ munasterio
Grande Fratello gentile, hai scavato alle nostre radici insegnadoci il piacere del jazz!
Magari potessi insegnare qualcosa a qualcuno, ma non ne sono in grado. Non ho niente da insegnare…io non faccio altro che ascoltare, tutto qui.