Dieci perle. Sfilano. Cadono. Una ad una. Nere. Scorrono. Disorientate. Come parole non dette. Eppure fatte suono. Dentro. Poi fuori.
Sentimenti senza maschere, scoperti in un notturno che non permette di cancellare… semmai di riordinare, cercando un senso. All’amore. Al dolore.
Una mano ferma nel silenzio che scontorna può puntare uno specchio mirando sull’anima, sulle inquietudini, sulla malinconia della fine, sul bisogno dei ricordi, sul filo spinato del rancore.
Dieci perle. Nere eppur lucenti. Sfiorano. Raccontano. Come canzoni dolci. Non di resa. Di consapevolezza.
Dieci perle nello scrigno di Lucida, album di debutto di Giuliano Dottori. Un giovane cantautore milanese sfoglia le pagine sonore della tradizione americana e disegna nuove melodie e testi ri-trovati nel fondo dell’intimità di un sentire delicatissimo. Oscillazioni tra l’acustico delle sere all’imbrunire e l’elettrico di squarci tempestosi. Luce sul perimetro dei sentimenti e ombra sulle ambiguità che generano: “Svegliami pungendomi/con le parole sottili che sai/ tu vuoi un prato in fiore/da abbracciare e da stringere/pretendi che condividere tutto quel colore/sia possibile” (Lucida).
L’amore… che sa ferire, che delira verità declinandole al singolare: “Mi convincerai/Che l’amore è sempre come dici tu?… /Le verità che hai/Sono sassi freddi che non lanci mai/È l’abitudine/A tenere in tasca solo il futile” (Come se fossi con me). L’amore che non passa, eppure è già sfumature: “Sei il gusto amaro delle cose/Quando sai cos’è ma non ricordi il nome…/ Sei dentro il cuore/E ti diffondi in me”. (Endorfina). L’amore che pretende presenza, nonostante le dissolvenze: “Ogni giorno/Mi ritrovo qui/E non ricordo il tuo sguardo/Ma lo ritrovo/In ogni angolo/E non mi lascia neanche un attimo” (Ogni giorno). L’amore che non smette di sussurrare e non può essere strozzato con la volontà di dimenticare, elaborando Alibi nel labirinto di sensazioni ancor vive: “Forse il meglio di me/Non l’hai visto mai/E scopro che i miei alibi sono inutili/Scappo solo per poi ritornare/Schivo i colpi dei ricordi/Per non farmi male”. L’amore fatto di notti a ricercare l’ordine in cui spingere il calore perduto: “Che io non vincerò/È ovvio, non torna lo so/Ciò che ho spinto lontano/Dal centro dei miei desideri”. L’amore che non è più seta rossa. Solo cristalli di ghiaccio sulla pelle che non sciolgono.
Dieci canzoni. Dieci foglie staccate dai rami a volteggiare nel vento, mentre la sera avanza calando sul respiro. Dieci racconti dall’intimità. Dieci ricami di strumenti maneggiati con cura e gentilezza. Dieci schizzi accarezzati da una voce che vibra di densità e profondità. Una voce che racconta quanto si rimanga frammentati fino agli addii.
Credits
Label: Ilrenonsidiverte/Audioglobe – 2007
Line-up: Giuliano Dottori (testi, musiche e arrangiamenti, voce, cori, chitarre elettriche e acustiche, percussioni, pianoforte, glockenspiel, basso, tastiere, noise) – Ospiti: Elena Colella – Pasquale De Fina – Corrado Dottori – Marco Ferrara – Mauro Florean – Massimo Longhi – Gianluca Mancini – Marco Radaelli -Alessandro Porro – Luca “Lagash” Saporiti – Alessandra Sbriscia – Daniele Tenca – Nicola Zuccalà
Tracklist:
- Rancori e segreti
- Leggera come sai
- Ogni giorno
- Alibi
- Nel cuore del vulcano
- Endorfina
- Lucida
- Come se fossi con me
- Milano e io
- È stato come
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Dieci perle. Sfilano. Cadono. Una ad una. Nere. Scorrono. Disorientate. Come parole non dette. Eppure fatte suono. Dentro. Poi fuori…..Una poesia per una recensione di un Album che è una poesia sonora…questo è Lost Highways! Questa è Amalia!
grazie della poesia… grazie per aver descritto con tanta grazia un album bellissimo, che ha segnato un periodo molto importante e delicato quest’anno per me… grande Giuliano