Prova pure a dimenarti se vuoi, a divincolarti spasmodico nell’intento di liberarti dalla sua morsa, ma a cosa servirebbe? E’ tutto già scritto… è la fine di chi invade la sua tana in pieno giorno… ascoltando Tob Was My Monkey sono entrato nella tana di una belva sanguinaria metà preda metà predatore, metà ferocia e metà dolcezza, metà donna e metà serpente, che si fa chiamare Miss Fraulein. La lotta è stata impari sin da subito, e malgrado abbia provato a sfuggirle misero, mi ha abbattuto. Ora sono nelle sue fauci a scrivere di un disco tremendamente virulento, trascinante, rapace per così dire. La belva in questione è una band che vive ruggendo di nascosto nei perniciosi sottoboschi del rock italiano, calabrese di Cosenza, che nell’anno 2005 sbatte in faccia al popolo italico il suo secondo capitolo discografico completamente autoprodotto (e questo sarà lo shock più grave per me dopo il secondo ascolto, chiedendomi dove abbiano a volte gli occhi e le orecchie le case discografiche!). Il disco propone uno stoner-rock’n’roll nella vena dei Queens of the Stone Age più cazzuti, e porta ancora i nostri in lungo e in largo per la penisola per concerti (e non solo in Italia visto che questo dicembre saranno impegnati anche in una tre giorni in Croazia) e a mandare il disco ancora in giro per produttori e web magazine in cerca di attenzione. Beh, non solo hanno attirato la mia e nostra attenzione, ma addirittura sono riusciti a tramortirci con un sound che definire maturo è dire veramente poco. Nel complesso l’album suona organico e coeso, ricco di brani riuscitissimi che esplodono in grinta e rabbia. Melodia e groove si amalgamano in un lavoro entusiasmante che non ci pare mai troppo referenziale (seppure i rimandi ai già citati Queens o ad altri gruppi cardine del genere come i Kyuss siano evidenti), alternando anche ottime melodie ed arrangiamenti mirati. Molto buona la performance canora di Giulio Ancora, molto personale e di grande impatto (anche nella dimensione live). L’apertura è subito delle più trascinanti con brani come Gustavo e la più aggressiva Not really true. La titletrack è un rock’n’roll lobotomizzato, che ti tiene sull’attenti dall’inizio alla fine, altrettanto convincente la prova della successiva Mr Savior, un autentico tormentone. Con It isn’t a Tale esce fuori il vero talento di questa formazione che sa giocare anche con suggestioni che vanno al di là del genere: un brano devoto ai Pixies quanto al punk e a Lou Reed, con uno strimpellare geniale di chitarra che introduce la muraglia di suono del ritornello. Where the kids are alive rincara la dose, sparandoti addosso tutta la folle irruenza al rallenty del loro stoner rock e la successiva Tears Rock, altro brano azzeccatissimo, sorprende per gusto e tecnica. Le trascinantissime
Credits
Label: Autoproduzione – 2005
Line-up: Giulio Ancora (Vocals) – Francesco De Napoli (Drums) – Aldo D’orrico (Guitar) – Alessandro Mazzotta (Guitar) – Silvio Perri (Bass)
Tracklist:
- Gustavo
- Not Really True
- Tob Was My Monkey
- Mr.Savior
- It Isn’t a Tale
- Where the Kids Are Alive
- Tears Upon
- Quickly
- Black Coma
- Wake Up! (It’s Only a Fiction)Sotto prescrizione del dottor Huxley
Links:Sito Ufficiale,MySpace
Un solo commento
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