Musica da ascoltare, musica da assimilare. Musica che deve essere notata da chi ha orecchie per farlo. E’ questo il dramma del nostro panorama musicale, un ambiente dove c’è bisogno di talento, visibilità, buona musica e qualcuno che ti riconosca gli sforzi fatti per farla. Un ambiente dove solo chi osa va avanti. Only the braves, come si diceva nella terra di Albione. E solo la musica con la “M” maiuscola! Se poi al prodotto sonoro smerciabile si aggiunge un qualcosa in più, allora è il caso di fare molta attenzione a certa musica.
Alla musica che hanno sfornato i Najvira, ad esempio, una giovanissima rock-band del beneventano che si appresta a scalare la dura montagna del rock nostrano.
Una musica dove c’è e si nota la ricerca della frase musicale che ti resta in testa, quella che gia dopo un solo ascolto riesci a fischiettare. Un rock diretto, semplice ma non semplicistico, genuino ma assolutamente non banale quello suonato da questa band di quattro elementi che a momenti saranno distribuiti dalla Venus su scala nazionale.
Come a dire che il lavoro duro paga.
Un rock energico e allo stesso tempo dalle sonorità pop che scaturisce dalla chitarra e dalla voce di Fabio Scalzitti. Un rock che si avvale di qualcosa di più che di semplici ritornelli innocui e vendibili. Un rock che si avvale di qualcosa di interessante… la ricerca di testi incisivi ma non ostici che hanno fatto si che diverse canzoni divenissero delle spille che restano nelle orecchie.
Mi riferisco a I Giardini Di Mary Elisabeth, la traccia che apre il loro lavoro e che si avvale di un ritornello di quelli fastidiosamente adesivi! Un brano che sembra fatto appositamente per le radio ma che denota una scelta di argomenti decisamente non allegri.
I testi dei Najvira rispecchiano la classica forma canzone ma hanno un che di nuovo, qualcosa che a volte diventa addirittura angosciante. L’esempio classico è La Stanza Di Alessandra, una composizione oscura, che descrive una presenza sovrannaturale nella camera della giovane, e forse trapassata, protagonista. La Stanza Di Alessandra sembra, per atmosfere, il corrispettivo del romanzo gotico ottocentesco, dove qualcosa si muove in silenzio e all’ombra di finestre assolate.
Troviamo poi, supportata dalla sezione ritmica scarna e di effetto approntata da Biagio Arnieri e Maurizio Della Rocca, Il Paradosso Del Pornoattore… e qui si sfiora l’ironia, la cattiveria con cui si può guardare, se solo si aprissero un po’ di più gli occhi e la testa, ai nostri giorni scanditi da esigenze ormonali imposte. Una denuncia del sesso come mezzo e traguardo, atto fine a sè stesso o tramite per un tornaconto personale. La Fabbrica Delle Macchine è una composizione dove lo scatolone dei nostri desideri prende la forma di uno schermo televisivo, dove l’immagine crea automi più che telespettatori, dove la solista di Pietro Sparago si diverte a sottolineare il pezzo senza strafare, con classe e gusto. La scaletta arriva così a dipingere esperienze più personali con Non Cambierei Per Te dove viene analizzata la voglia di un rapporto in cui l’amor proprio non è merce da mettere sul piatto della bilancia. Prospettive la dice lunga sul fatto che tutto cambia; dalle sfumature del cielo a Qui, Quo e Qua, ma non cambia il bisogno di una nuova rivoluzione.
I Najvira si distinguono come una rock band giovane, ma neanche poi tanto, con tanta gavetta alle spalle che hanno solo sgrezzato un pò gli angoli in nome della visibilità ma non hanno toccato di una virgola i contenuti delle loro liriche.
I Najvira sono forse il punto d’incontro fra il pop da televisione e il rock da pensiero adulto.
Credits
Label: CNI – 2007
Line-up: Fabio Scalzilli (Chitarra e Voce) – Pietro Sparago (Chitarra) – Biagio Arnieri (Basso) – Maurizio Della Rocca (Batteria)
Tracklist:
- I giardini di Mary Elisabeth
- Nevrosi atipica
- Il paradosso del pornoattore
- La stanza di Alessandra
- La fabbrica di macchinine
- Prospettive
- Come ti vorrei
- Che è tutto così
- Non cambierei per te
- Una guerra che non vedi
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